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GdS – Inter, tanti deludono. Manca qualità per il salto definitivo, ancora viva la questione Eriksen

L'Inter perdere la finale col Siviglia che si porta a casa la sesta Europa League, prestazione sottotono dei nerazzurri

Andrea Della Sala

L'Inter cade sul più bello, in finale, e l'Europa League la conquista il Siviglia. La squadra di Conte non è brillante come nelle ultime uscite, spreca qualche occasione e alla fine un episodio sfortunato decide la gara.

"Le sfuggono la decima coppa, la prima fascia di Champions, la Supercoppa di settembre. Forse anche Conte, chissà. Se hai il Lautaro che imperversa per tutto il campo, e “sevizia” quelli dello Shakhtar, è un’altra storia rispetto a quello che vaga senza senso come ieri. Se Barella non ha i soliti scatti “tardelliani”, anzi si fa trovare in mezzo tra Regulion e Banega, e ritrova il vizietto del fallo da ammonizione, sono guai. Sarebbe servito un De Vrij più propositivo, invece in difesa l’unico che si prende responsabilità in costruzione è Bastoni. E non si può lasciare così solo Lukaku nella sera più importante. Quasi tutti i lancioni nerazzurri sono troppo lunghi. Il gigante di Conte ha due palloni veri: il primo è un rigore, il secondo è la fuga che potrebbe dare il 3-2 ma Bounou lo stoppa in uscita. Errore? Sì, dopo cinquanta metri di corsa e con addosso i difensori. Ma non è certo il Lukaku strabordante degli ultimi tempi", analizza La Gazzetta dello Sport.

"Riavvolgiamo ora il nastro: chi a marzo, prima del lockdown, dopo il k.o. con la Juve, avrebbe pensato di trovarsi qui ad agosto? Forse tutti ci avrebbero messo la firma, secondo posto compreso. Nell’albo d’oro però non resta niente, anzi per l’Inter s’allunga la striscia di stagioni a secco: l’ultimo successo resta la Coppa Italia 2011. Da questa sera s’è capito che per il salto definitivo di qualità manca ancora qualcosa. Servono giocatori di personalità in mezzo al campo. Servono forze nuove in difesa. E si ripropone la questione Eriksen: entrato nel finale, ha fatto capire di avere, lui, testa e Dna di coppa, era più lucido di tanti compagni. Forse poteva entrare prima, di sicuro i cambi di Conte sono un po’ tardivi: Inter prosciugata, non avrebbero guastato forze nuove e anche idee nuove, compreso il trequartista", aggiunge il quotidiano.

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