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Inter-Samp, nessuna denuncia dai tifosi. Dalle telecamere non evidenziate violenze

Continuano le indagini, anche se alla Digos servirebbero delle testimonianze ufficiali per condannare eventuali episodi violenti

Andrea Della Sala

Continuano le indagini per quanto accaduto durante Inter-Sampdoria. La Curva Nord ha lasciato il primo anello verde nell'intervallo in omaggio al capo ucciso e avrebbe obbligato tutti i presenti a uscire. Sui social ci sono state testimonianze di tifosi che avrebbero subito violenze.

"Nessuno s’è ancora fatto avanti con la polizia. Finora nessuno ha sporto denuncia o presentato esposti in procura. Le prime analisi della Digos della questura milanese sui filmati delle molte telecamere di sicurezza che riprendevano gli spalti del Meazza nel corso dell’uscita della tifoseria organizzata durante Inter-Sampdoria non avrebbero ripreso alcuna violenza nei confronti dei tifosi che si sono rifiutati di abbandonare lo stadio in «omaggio» al capoultrà Vittorio Boiocchi. Dalla questura precisano di non avere trovato riscontro (finora) ad aggressioni violente, minacce né tantomeno calca e caos, con attimi concitati e tifosi che si spostano in massa verso le uscite. Tuttavia gli investigatori rilanciano l’appello a coloro che si sono trovati coinvolti negli episodi raccontati poi il giorno dopo sui social («Se non ve ne andate vi prendiamo a schiaffi»; famiglie con bambini costrette a spintoni ad abbandonare il Meazza) a presentarsi in questura. Anche in forma anonima. Per chi ha agito fuori dalle regole, anche senza rilievi penali, potrebbe scattare il Daspo", spiega il Corriere della Sera.

Inter-Samp, nessuna denuncia dai tifosi. Dalle telecamere non evidenziate violenze- immagine 1

"Dalle immagini però episodi simili, con il coinvolgimento di famiglie e bambini, non sarebbero stati notati. I settori «svuotati» dagli ultrà sarebbero quelli centrali del secondo anello verde (la Curva Nord) dove si trovano i gruppi organizzati, mentre non sono stati coinvolti quelli ai lati estremi degli spalti dove normalmente si trovano tifosi meno «esagitati». I casi raccontati sui social, quindi, non hanno ancora trovato un riscontro reale anche se gli inquirenti non escludono che ci possano esserci stati episodi «muscolari» da parte di alcuni ultrà nel «sostenere» l’ordine del direttivo della Nord di lasciare gli spalti a ridosso della fine del primo tempo della partita. Una decisione arrivata dopo un lungo conciliabolo tra i «capi» dei vari gruppi e che segue lo stop ai cori e il ritiro degli striscioni deciso all’arrivo della notizia dell’agguato a Boiocchi. Tutto come previsto dal «codice ultrà» che in una sorta di extraterritorialità di legge governa le curve delle tifoserie italiane (e non solo)", aggiunge il quotidiano.

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