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D’Onofrio: “La Juventus non rischia la retrocessione, ecco perchè. Ogni club…”

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Continuano a far discutere l'indagine nei confronti della società bianconera e le dimissioni dell'intero cda

Fabio Alampi

L'avvocato Paco D'Onofrio, in un'intervista concessa a Tuttosport, ha provato a fare chiarezza sulla vicenda che ha colpito la Juventus e sugli eventuali rischi che corre il club bianconero: "L'apertura di un fascicolo da parte della Procura della Figc è un atto dovuto e anche corretto, al fine di operare una verifica circa le informazioni che sono state diffuse negli ultimi giorni. Ora va innanzitutto accertato che l'intenzione sia quella di procedere e, nel caso, quali siano le supposte violazioni in oggetto".

Avvocato, quali saranno – verosimilmente – gli eventuali capi d'imputazione a carico della Juventus?

"Il campo è quello, molto vasto, dell'articolo 31 del Codice della Giustizia Sportiva, riguardo le violazioni in materia gestionale ed economica. Il tema è quello delle "manovre stipendi", dal momento che sulle plusvalenze la giustizia sportiva si è già espressa e, in assenza di elementi nuovi particolarmente rilevanti, non tornerà sull'argomento".

Ma che cosa rischia, in concreto, il club bianconero?

"Il primo comma, che riguarda l'alterazione di documenti, prevede squalifiche per i dirigenti coinvolti, ma al limite un'ammenda pecuniaria a carico della società. Il secondo, al contrario, può portare fino all’esclusione dal campionato di competenza e alla retrocessione, ma non è evidentemente questo il caso: occorrerebbe dimostrare che l'alterazione dei documenti ha permesso l'iscrizione, altrimenti impossibile, al campionato. Uno scenario che non si pone, a giudicare dalla patrimonialità della Juventus".

E quindi?

"E quindi tutto si annida intorno al comma 3 dell'articolo 31, che prevede nello specifico ipotesi di irregolarità contabili riguardanti proprio il pagamento degli stipendi dei calciatori. La sanzione prevista, in questo frangente, è l'ammenda, ma nei casi più gravi si può arrivare fino a uno o più punti di penalizzazione".

Un rischio che la Juventus corre concretamente?

"Non è semplice stabilirlo, perché il codice parla di "violazione delle disposizioni federali vigenti". Ma il periodo in cui il campionato è stato sospeso a causa della pandemia rientra in un ambito straordinario e non ordinario, durante il quale però la Federazione non ha stabilito norme specifiche. E, così, ogni club si è organizzato in maniera autonoma per affrontare la crisi".

Quale scenario potrebbe scaturire da questa lettura della situazione?

"La Procura della Figc potrebbe informarsi su come abbiano operato tutte le società, al fine di comprendere se qualcuna abbia deliberatamente agito in maniera differente da come avrebbe potuto. Perché non è certo stata soltanto la Juventus ad adottare contromisure per fronteggiare lo stop alla Serie A, anzi".

E quali potrebbero essere, invece, le tempistiche di questo filone sportivo?

"La Procura dispone di 60 giorni, prorogabili a 90 e solo in casi eccezionali a 120, per decidere se archiviare il fascicolo o se notificare i deferimenti. Un primo passo già cruciale, perché in questa occasione emergerebbero gli eventuali capi d'imputazione".

Poi?

"Poi il verdetto di primo grado deve arrivare al massimo entro 90 giorni dal rinvio a giudizio, anche se in genere i tempi sono più celeri. E si tenga conto del fatto che, in ambito sportivo, la sentenza di primo grado è esecutiva".

Questo cosa comporta?

"L'eventuale processo, facendo una stima, si concluderebbe entro cinque mesi all'incirca, dunque a stagione attuale in corso. Le sanzioni, a quel punto, andrebbero a incidere sul campionato corrente".

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