Il fortino è crollato, il disturbatore con il laser disinnescato, il popolo di twitter accontentato. Walter Mazzarri da ieri mattina non è più l’allenatore dell’Inter, dovrà fare spazio alla storia gloriosa (due scudetti sul campo e uno a tavolino per le vicende di Calciopoli), a un nome garanzia di consensi: Roberto Mancini. «Pensavo che la nuttata fosse passata» ha raccontato ai fedelissimi Mazzarri, convinto che la partenza di Erick Thohir per l’Indonesia spazzasse via i dubbi sulla sua conferma almeno fino alla sera del derby. Inveceno, perché l’Inter, anche se ha cambiato assetto societario, resta una creatura imprevedibile e guai a tirare in ballo statistiche in apparenza immutabili: Mazzarri (4 vittorie, 4 pareggi e 3 sconfitte in questo campionato) ora può raccontare di essere stato esonerato almeno una volta. I social network lo hanno trasformato in un macchietta con parodie spietate sulla sua dialettica nei dopopartita. Anche con Thohir i dialoghi erano diventati imbarazzanti, al punto che si era quasi trasformato in un punto a suo favore il fatto di non parlare l’inglese tanto che si vocifera come negli ultimi tempi le traduzioni fosseromolto snelle...
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La Stampa – Mazzarri via, tutti contenti. Ritorna Mancini, il tecnico dei tre scudetti…
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Alla fine ha prevalso la voglia di cambiare, ma serviva qualcuno in grado di mettere tutti d’accordo. Ieri alla Pinetina Mazzarri è scoppiato a piangere. Ha scoperto quello che stava succedendo quando era già tutto fatto come era accaduto al suo predecessore Andrea Stramaccioni, ma rispetto a lui potrà godersi molti più soldi: se non troverà una squadra, riceverà dall’Inter quasi 7 milioni. L’ingaggio di Mancini è avvenuto con una tempistica lampo. Le grandi manovre sono partite a inizio settimana sull’asse Milano-Jesi-Roma, dove alla fine sono stati firmati i contratti alla presenza del Ceo Michael Bolingbroke. Thohir ha relazionato Massimo Moratti e mercoledì l’ex presidente ha telefonato a Mancini rassicurandolo sul progetto del tycoon indonesiano. Nella casa marchigiana dell’ex tecnico del Galatasaray si sono presentati il dg Marco Fassone e il ds Piero Ausilio e dopo una lunga chiacchierata è stato trovato un accordo: contratto di due anni emezzo a 4milioni a stagione più i premi. Mancini ha fatto aggiungere la stessa clausola che aveva quando allenava in Turchia: può liberarsi quando vuole senza penali. Da oggi lavorerà con uno staff di 5 persone: Carminati come preparatore atletico, Nuciari preparatore dei portieri, Salsano come assistente, Viganò come fisioterapista e infine Josè Duque quale segretario personale.
Da definire chi gli faràda vice: Adani è in pole position, in ballottaggio anche Orsi, Marcolin (suoi ex compagni di squadra alla Lazio) e anche il tecnico franco-marocchino Nasser Larguet. «Questa squadra ha potenzialità superiori alla sua posizione di classifica e credo che possa arrivare terza»: con queste parole il Mancio ha convinto Thohir e il management interista, che spera di recuperare i soldi della spesa imprevista grazie agli introiti della Champions (circa 50milioni). «Esonerare Mazzarri è stata una decisione difficile, la carriera di Mancini parla per lui, la sua esperienza e voglia di successi porterà la squadra ad un livello più alto, mi auguro che San Siro torni a essere la nostra casa». è stato il commento di Thohir. Con Mazzarri sparirà anche la difesa a tre: il nuovo allenatore vuole arrivare al 4-2-3-1, il primo nome di mercato è Erik Lamela. Ma c’è tempo: prima c’è un derby da vincere.
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