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La Stampa – Strama, la sua città  gli volta le spalle. Guarin vale mezza Inter…

È romano e romanista, ma la sua città gli ha voltato ancora una volta le spalle. Andrea Stramaccioni, allenatore nerazzurro, stecca anche il quarto tentativo all’Olimpico: due i ko con la Lazio, un punto (domenica scorsa) e una sconfitta...

Francesco Parrone

È romano e romanista, ma la sua città gli ha voltato ancora una volta le spalle. Andrea Stramaccioni, allenatore nerazzurro, stecca anche il quarto tentativo all’Olimpico: due i ko con la Lazio, un punto (domenica scorsa) e una sconfitta (ieri) con la Roma. L’Inter cade nella semifinale d’andata di Coppa Italia sotto i colpi di testa di Florenzi e Destro e rimane in linea di galleggiamento i vista del ritorno grazie all’acuto di Palacio.

La notte dell’Olimpico diventa immediatamente un flipper come da previsioni. Attacca la Roma, risponde l’Inter: nel mezzomolte sbandate nelle rispettive difese e cali di concentrazione a fasi alterne. Stramaccioni si affida a una truppa in cui ad aver la meglio sono i giocatori di corsa e polmoni come Obi ed Alvaro Pereira sulle fasce, il baby Benassi, Cambiasso, Zanetti e Guarin là in mezzo: l’Inter, in cerca di un nuovo Sneijder sul mercato, evidentemente pensa anche alla sfida dell’insolito ritorno (si giocherà fra tre mesi) a San Siro. Zeman non si dà pace per i pochi, pochissimi punti in classifica in campionato (una costante nella sua carriera quando il destino è avverso) e ordina ai suoi ragazzi di avere un atteggiamento aggressivo per fare strada in Coppa Italia: fino a quando il motore giallorosso gira a mille, l’Inter è al tappeto e la Roma uno spettacolo che la porta sul doppio vantaggio grazie a trame degne di un club di calcetto, tante sono la precisione e la velocità di esecuzione dell’orchestra capitolina. Nella Roma non c’è De Rossi, fra i nerazzurri mancano Cassano e Milito. I giallorossi recitano un copione ormai conosciuto a memoria anche da chi li osserva da lontano: palla a terra e occasioni a raffica, ma anche mira spesso sballata. Anche l’Inter non si discosta dallo spartito visto nelle ultime uscite: Guarin, oggi, vale mezza squadra e dalla progressioni del colombiano dipendono le fortune di Stramaccioni.

Il secondo incontro ravvicinato tra i due tecnici in 72 ore, alla fine, non si è discostato molto dal primo andato in scenadomenica scorsa: Destro e soci hanno dato l’impressione di poter far venire i brividi alla difesa nerazzurra a ogni accelerazione, ma l’Inter non ha mai smesso di cercare la via per beffare gli avversari in contropiede e, nel finale, è arrivata a un niente dal pareggio. Il verdetto di ieri sera lascia aperta ogni soluzione in attesa della sfida di ritorno: per accedere alla finale di Roma i giallorossi si presenteranno a Milano con la dote di un successo, ma il 17 aprile diversi saranno gli interpreti e gli umori delle duellanti.

Da cancellare i cori («Chivu zingaro») della curva romanista nei confronti dell’ex difensore giallorosso.