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Libero – Con Thohir nessun stravolgimento. Leonardo il nome che torna…

L’Inter è diventata maggiorenne. E indonesiana: dopo diciotto anni di presidenza targata Massimo Moratti, il 70% della società nerazzurra è passato al magnate Erick Thohir e ai suoi soci Rosan Roeslani e Handy Soetedjo, per un’operazione...

Francesco Parrone

L’Inter è diventata maggiorenne. E indonesiana: dopo diciotto anni di presidenza targata Massimo Moratti, il 70% della società nerazzurra è passato al magnate Erick Thohir e ai suoi soci Rosan Roeslani e Handy Soetedjo, per un’operazione complessiva che si aggira intorno ai 250 milioni di euro. Il 30% rimane a Moratti. Passaggio storico: per la primavolta, l’Inter finisce in mani straniere. Nel primo pomeriggio di ieri, è comparso il comunicato ufficiale. «La storia dell'Inter si arricchisce di una nuova stagione», le dichiarazioni di Moratti, «i nostri partner internazionali contribuiranno alla continuità di successi. L'entusiasmo e il pragmatismo dei nuovi soci sono una garanzia per il futuro». A tranquillizzare i tifosi sui nuovi proprietari nerazzurri, Moratti ci aveva pensato già in mattinata, fuori dagli uffici della Saras: «Sono sollevato perché ho lasciato la società tra le mani di persone perbene e rispettose».

Nello stesso comunicato, ecco le parole di Thohir: «Oggi è un giorno speciale. Sono onorato che Moratti mi abbia affidato la responsabilità di guidare l'Inter in un nuovo capitolo della sua storia, e sono molto felice per il fatto che continuerà ad essere presente come mio partner». Moratti resterà in società («La mia famiglia ed io continueremo a vivere questa straordinaria avventura con la stessa dedizione e l'affetto di sempre»), ma il suo ruolo è ancora da definire: «Non so ancora se rimarrò presidente, ma credo che la scelta dipenderà da me». Per ora, trapela solo che nel Cda che verrà i nuovi arrivati avranno cinque posti, due in più della famiglia Moratti. Tutto il resto dovrà essere discusso: «Ci sono ancora tanti passaggi, tutto deve essere fatto per il bene della società. Questo è un momento di attenzione, non ci sipuò perdere nella commozione», ha spiegato Moratti, che pure non era riuscito a celare i suoi sentimenti annunciando alla stampa le firme.

La nuova era nerazzurra sarà foriera di cambiamenti, ma non di stravolgimenti. L’impero di Thohir è imponente, ma non aspettatevi spese folli. Moratti ha aperto agli indonesiani per consolidare le proprie garanzie economiche, non per farci shopping insieme (non più, dopo aver speso per l’Inter qualcosa come 1160 milioni). Prescindere dal bilancio in attivo non sarà più possibile: il fair play è stata la prima preoccupazione del Moratti post triplete. Il potenziamento del vivaio e la crescita dei giovani, accompagnati da interventi mirati sul mercato, saranno il marchio di fabbrica dell’Inter indonesiana. A proposito di marchio, si punterà a esportarlo più diffusamente sul mercato internazionale, forti di strategie di marketing più «aggressive». E poi, chissà, un giorno si penserà allo stadio di proprietà.

Per la parte sportiva, su un nome ci sarebbe già un’intesa: Leonardo. Il brasiliano non tornerebbe più da allenatore, ma da direttore sportivo, incarico ricoperto per due anni al Paris Saint Germain. In Francia, Leonardo aveva ampia autonomia decisionale: lo stesso modello a cui pensa Thohir, lontano dai concetti di presidente-tifoso e di società «a conduzione familiare» tanto cari a Moratti. Per di più, proprio ieri Leonardo si è visto annullare la squalifica di 14 mesi per una spallata ad un arbitro lo scorso 5 maggio. E su un possibile ritorno in nerazzurro, il brasiliano ha sempre drizzato le antenne: «Non ho mai parlato con Thohir, ma con l'Inter ho dei contatti continui», aveva rivelato ad agosto. Un mese più tardi, ha avuto un incontro a Milano con Moratti. Indizi che farebbero pensare alla partenza di Branca, responsabile dell’area tecnica dal 2003. Per un’Inter sempre più Internazionale.