Parigi è la città degli innamorati, dicono. Massimo Moratti l’ha scelta per lasciare il suo grande amore di sempre, l’Inter. Nella capitale francese, all’interno della banca Lazard, ieri il presidente nerazzurro ha raggiunto infatti un accordo di massima con Erick Thohir per la cessione della maggioranza delle quote del club. Una giornata che rimarrà nella storia, anche se non è ancora tempo di dare l’affare concluso. C’è stata però l’accelerazione definitiva, ora Moratti difficilmente tornerà indietro: il patron, che si è già occupato di ripianare di tasca propria i circa 70 milioni di debiti del bilancio 2012/13, si è convinto anche grazie alle garanzie da parte del magnate indonesiano della presenza nell’affare della famiglia Bakrie, una delle più ricche d’Indonesia. Il gruppo è proprietario di un impero nel campo del carbone con un patrimonio stimato in diversi miliardi di euro ed è già interessato al calcio visto che possiede gli australiani del Brisbane Roar, il Deportivo Indonesia e i belgi del Visè. Un’assicurazione importante, che ha portato al definitivo “sì” da parte dell’attuale presidente.
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Secondo quanto si apprende Moratti e Thohir ieri avrebbero firmato un documento definito “term sheet”, cioè un documento (non vincolante) che riassume i principali punti del negoziato da svolgere e che contiene i presupposti per le firme (“signing”), in arrivo la prossima settimana. Poi si dovrà aspettare circa 20 giorni per il “closing”, cioè il momento in cui avverrà la vera cessione: a quel punto la trattativa potrà considerarsi conclusa.
FATAL PARIGI - Parigi quindi diventa la capitale delle svolte più importanti della gestione Moratti: il primo trofeo (Coppa Uefa) nel 1998, l’accordo con Mourinho nell’estate 2008 e ora la cessione della maggioranza. Il patron è rientrato a Milano nel pomeriggio, rallentando le voci ma facendo comunque intendere si essere vicini ad una conclusione: «Non abbiamo ancora raggiunto l’accordo. È stata un’occasione per conoscerci meglio e capire chi sono le persone che potrebbero entrare con Thohir nell’eventuale accordo - continua il presidente dell’Inter -. Ci vorrà ancora una trentina di giorni». Guarda caso il tempo tecnico che passa dal “signing” al “closing”. Il patron ha anche confermato che la famiglia Moratti resterà ancora legata ai colori nerazzurri, anche se la presidenza potrebbe non appartenere più a Massimo: «La mia famiglia resterà per forza, i ruoli sono l’ultimo dei problemi. Diciamo che è più una questione di ristrutturazione della società per strutturarla al meglio e gestire gli esborsi che questo calcio impone. Basti pensare che ci sono trasferimenti da 100 milioni, bisogna organizzarsi bene per gestire un’Inter a questi livelli. Io presidente? No, non credo». Nonostante questo, però, secondo quanto riporta Radiocor, Moratti nel giro di 2-3 anni si diluirà progressivamente fino a uscire dall’azionariato dell’Inter: l’attuale presidente non sottoscriverà gli aumenti di capitale che eventualmente si renderanno necessari nei prossimi due-tre anni. In questo modo si attenuerà la sua presenza nel capitale fino ad uscire dalla società. Quanto ai ruoli, sembrasia previstaunapresidenza di rappresentanza, anche se l’attuale patron non sembra ancora convinto.
CON IL FIGLIO - Il nome dei Moratti e dell’Inter sono quindi destinati a separarsi, ma almeno nel primo periodo Massimo, insieme al figlio Angelomario, resterà all’interno del Cda con un ruolo comunque di un certo peso: infatti Thohir acquisterà probabilmente “solo” il 65% delle quote, con il 35% che resterebbe quindi all’attuale patron (si parla di circa 300 milioni). Nonostante le parole, la strada è segnata.
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