Il campionato italiano sarà derelitto e in crisi, ma ha in cassaforte gioielli per almeno 300milioni di euro. Pogba, Kovacic, Berardi & C., i giovani di qualità non mancano, peccato vengano usati con l’intento primario di fare cassa: se ad oggi è utopia comprare i talenti all’estero, pare complicatissimo anche trattenere a lungo quelli che già abbiamo in casa. Finendo per trasformare le 20 di A in grandi o piccole squadre ma tutte sul modello Udinese. Fino a qualche anno fa c’erano i Pastore, i Cavani, i Sanchez, ora la nuova infornata di ragazzi terribili è forse anche di livello maggiore. Gli esempi non mancano, ne abbiamo scelti una ventina, il meglio che la nostra Serie A può offrire in quanto a giovani. A partire dal pezzo più pregiato, quel Paul Pogba (1993, valutazione 75milioni) con cui la Juve spera di ripetere l’operazione Zidane. Perché lo sanno tutti, in Italia il francese non potrà rimanere a lungo, le offerte delle big estere iniziano ad essere troppo importanti per essere rifiutate.
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Libero – Serie A fucina di campioni che vale 300mln. Il problema è trattenerli…
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Lo stesso pericolo c’è anche per gli altri campioni in divenire, da Kovacic (1994, 30 milioni) a Icardi (1993, 30milioni) passando per Dybala (1993, 25), Felipe Anderson (1993, 15) e Berardi (1994, 15), tutti talenti “in esplosione” che i club italiani non avranno problemi a salutare non appena vedranno soldi veri, un po’ come successo ad Immobile o come può succedere a Zaza (1991, 10), sul quale si è buttato il Tottenham. Perché la strategia è questa, coltivare giovani di qualità per sistemare i bilanci con le loro cessioni, la tecnica usata dai vari Pozzo e Zamparini per mandare avanti i club di provincia. Peccato che ora riguardi pure big come Juventus e Inter. Non che nelle provinciali i giovani talenti non manchino. La grande tradizione dei difensori azzurri si sta riprendendo con Daniele Rugani (1994, 10, a metà tra Empoli e Juve) e Alessio Romagnoli (1995, 10, di proprietà della Roma), lo stesso tra i pali con Perin (1992, 15), Sportiello (1992, 5) e Scuffet (1996, 7). Ragazzi che andrebbero valorizzati e che sono tutti pronti al grande salto, sperando sia in una big italiana e non estera. Così come Keita (1995, 10), Bruno Fernandes (1994, 7.5), Widmer (1993, 10) e Belotti (1993, 7), altri gioielli grezzi cresciuti in Italia. Poi ci sono anche i giovanissimi, Coman (1996, 10), Donsah (1996, 3.5) e la coppia nerazzurra Bonazzoli (1997,5) e Puscas (1996, 3).
Una ipotetica rosa di 21 giocatori pronti ad esplodere, difficile trovare tanto altrotalentoa livello giovanile in Europa. In serie A non ci saranno più top player a vagonate, ma quantomeno tra i ragazzi ancora ci difendiamo, anzi sono gli altri a venire a cercare i nostri. Tutti infatti sono già sul taccuino dei top club, per qualcuno le offerte sono già arrivati, per altri questi potrebbero essere gli ultimi sei mesi in Italia. E non ha tutti i torti Raiola quando dice che «al momento la serie A non può accontentare un campione del genere, non potrà trattenerlo ancora a lungo», riferendosi a Pogba. Questa la missione per i prossimi anni: non solo creare potenziali campioni,ma saperli pure trattenere. Perché il talento c’è. Basterebbe solo provare a non farlo scappare. O forse non siamo più capaci a far diventare i talenti dei veri campioni?
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