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L’Inter saluta Bolingbroke, al suo posto torna Fassone? I cinesi non vogliono…

Zhang Jindong non vuole commettere lo stesso errore di Thohir e non affiderà l'Inter alle sole mani straniere.

Alessandro De Felice

L'Inter si appresta a cambiare proprietà, il club di corso Vittorio Emanuele passerà dalle mani di Thohir a quelle di Zhang Jindong e presto anche i vertici societari potrebbero non essere più gli stessi. Tra i primi a farne le spese potrebbe essere l'amministratore delegato Michael Bolingbroke, al suo posto potrebbe esserci il ritorno di Marco Fassone. Questo è quanto scrive l'edizione odierna di TuttoSport:

Zhang Jindong non commetterà lo stesso errore di Erick Thohir e non affiderà l’Inter solo a mani straniere. Il Suning Commerce Group sta sperimentando con lo Jiangsu quanto sia complesso in mondo del calcio pure nella Super League cinese (è fresco l’esonero di Popescu, al momento la panchina è stata affidata a Tang Jing, tecnico che guidava la squadra B e si brancola nel buio alla ricerca di un sostituto) e i colloqui avuti nel doppio viaggio cinese con i dirigenti nerazzurri hanno dimostrato come il know how in loro possesso è nulla a confronto di chi maneggia da tempo la materia. Per questo motivo è stato scelto di mantenere Thohir presidente e l’orientamento è quello di mantenere il management fino alla naturale scadenza dei contratti, ovvero il 2017.

BOLINGBROKE AI SALUTI - Ciò nonostante, solo a closing avvenuto, i cinesi scopriranno definitivamente le loro carte e il fatto che il Ceo Bolingbroke si stia preparando già il terreno per tornare in Inghilterra (un paio di giorni fa la notizia della nomina a direttore non esecutivo di Goal Soccer Centres, azienda inglese che si occupa di impianti di calcio a 5) potrebbe costringere i cinesi a cercare un nuovo ad. Per quella carica si è candidato, sfruttando le conoscenze con chi ha rapporti con il Suning, pure Marco

OTTIMI RAPPORTI CON AUSILIO - Fassone, già direttore generale del club nerazzurro dal 30 maggio 2012 al 18 settembre 2015 quando fu proprio Bolingbroke, suo principale oppositore in società, a esautorarlo. La motivazione fu quella di aver sforato di 7 milioni sul budget dedicato al mercato ma in realtà era ormai conclamata la incomunicabilità tra le parti. Fassone però aveva creato un ottimo rapporto con Ausilio e un suo ritorno potrebbe essere compatibile pure con la presenza di Giovanni Gardini in società se il suo ruolo dovesse essere quello di amministratore delegato: d’altronde Moratti, quando decise di ingaggiarlo, aveva intenzione di farne un Galliani in salsa nerazzurra".