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Malagò: “Niente scudetti? Segnale chiesto dal paese. Il calcio? Riparta, ma non pensa al domani”

Le parole del presidente del Coni

Marco Astori

Intervenuto ai microfoni del Secolo XIX, Giovanni Malagò, presidente del Coni, ha parlato così dell'ipotetica ripresa dello sport in Italia.

Presidente, intravede la luce in fondo al tunnel oppure è ancora buio pesto?

«Un segnale di speranza, in effetti, si comincia a percepire. Lo riconoscono le previsioni degli esperti e lo si intravede in alcune zone d'Italia. Se stai a Roma hai una visione della situazione diversa rispetto a Milano; ma se vivi in Basilicata è ancora differente da quella di Roma».

Quando ha capito che stava calando il sipario sullo sport italiano?

«La sensazione covava sotto la cenere. Poi si è diffusa a macchia di leopardo tra dirigenti e atleti. Era il 9 marzo, giorno dell'ultima partita della Serie A, quando in video conferenza abbiamo deciso di fermarci per resettare tutto».

Ma, per fare degli esempi, tra rugby che ha chiuso subito, basket e volley successivamente e calcio che cerca ogni strada per andare avanti, non si poteva trovare una misura?

«Io non ho sollecitato nessuno. I presidenti federali mi hanno detto che avrebbero interrotto, Ë nei loro diritti».

«Sono il primo a riconoscere la specificità del calcio e il diritto/dovere di cercare ogni strada per chiudere la stagione. Ma non hanno mai pensato a un'alternativa».

Morale?

«Invece di pensare al campionato o alle coppe, la presidentessa del Modena Volley pensa a mettere in sicurezza il futuro. Perché il vero problema non è l'oggi ma il domani».

Non assegnare gli scudetti sarebbe un gesto etico importante, un memento per fissare nella storia un anno tragico per l'Italia?

«Non mi permetto di parlare di etica. Ma è palese il bisogno di lasciare un segnale, è un sentimento molto diffuso tra la gente».

Il virus ha colpito duro in mezza Italia, meno al Centro -Sud. Si aspetta un Paese spaccato in due alla ripresa? Ricciardi, consulente italiano dell'Oms, propone di far disputare al Sud le restanti giornate di campionato. Idea plausibile?

«Che il Paese sia diviso in due è un dato acclarato. Tutti i progetti possono essere interessanti, poi però bisogna andare nei dettagli. I piatti si devono cucinare, non solo immaginare».

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