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Materazzi: “Scandaloso che l’Italia sia fuori dal Mondiale, doveva andarci di diritto”

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Dell'assenza dell'Italia dai prossimi Mondiali e del momento che vive la Nazionale di Mancini ha parlato l'ex difensore dell'Inter

Andrea Della Sala

Dell'assenza dell'Italia dai prossimi Mondiali e del momento che vive la Nazionale di Mancini ha parlato l'ex difensore dell'Inter Marco Materazzi a La Gazzetta dello Sport:

«E’ scandaloso che l’Italia, in quanto campione d’Europa, non sia ammessa in automatico, con un invito, al Mondiale».

Materazzi, ha ragione Baggio a parlare di follia?

«Anzitutto quando parla Baggio ci si alza in piedi. Primo: perché è stato una leggenda, e quello che dicono le leggende va ascoltato, e valutato, a prescindere. Secondo: perché Roby parla pochissimo, e in genere chi dosa le parole dice cose sensate, quando decide di uscire dal silenzio».

Ok, ma non ha risposto: l’Italia doveva essere al Mondiale?

«Bisogna fare una distinzione fra la normativa in quanto tale e le regole dette del buon senso. Se guardiamo alle “leggi”, non ci siamo qualificati e stop. Poi si possono aprire cento parentesi. Ad esempio: una vittoria della Champions, che garantisce la Champions successiva, vale più di una vittoria dell’Europeo che non assicura il Mondiale? E la vittoria dell’Europa League che apre le porte per la Champions? Ma per restare in tema, il campionato europeo è un torneo enorme, oggettivamente lo giocano le migliori squadre del mondo, a parte Brasile e Argentina. E vincerlo è un’impresa, lo vince una squadra che è sicuramente molto forte».

Quindi?

«Quindi è per questo che parlo di buon senso: garantire ai migliori d’Europa di poter dimostrare anche al Mondiale di aver meritato quel titolo ha una logica. Che è calcistica, quasi emozionale. Non parlo di una regola fatta ad hoc per l’Italia, ovviamente: una regola che doveva esserci già, come nel calcio ce ne sono altre simili. Anche se è chiaro che Baggio ha parlato così per coinvolgimento, direi quasi per amore visto quanto è stato legato a quella maglia. Solo in una cosa non sono d’accordo con lui».

Cioè?

«Ha detto che in una partita di 90’ può succedere di tutto, basta un’azione storta per restare a casa. Non siamo rimasti a casa dal Mondiale solo perché non abbiamo battuto la Macedonia. E nessuno, neanche Mancini che è stato molto onesto, ha negato che sono stati fatti degli errori».

Lei che ha vinto il Mondiale può dirlo: dopo un trionfo così grande, può subentrare una sorta di appagamento?

«Io sono il meno indicato a dirlo: la stagione 2006-2007 è stata la migliore della mia carriera, a parte i 10 gol segnati in campionato. Ma io dopo il caso Zidane sapevo di non poter sbagliare nulla e mi ero imposto una concentrazione feroce per dimostrare che nulla era successo per caso. Diversi miei compagni hanno confessato di aver accusato, di essersi sentiti un po’ scarichi. Quel Mondiale era stato una magia per tante cose, ma le magie non durano in eterno».

Mancini lo sa bene, se n’è accorto da settembre a marzo. E anche l’altra sera a Londra.

«La partita con l’Argentina è un caso a parte. Anzitutto perché quelli sono dei mostri e chiunque avrebbe potuto rischiare una figuraccia. E poi Mancini ha fatto una scelta, anche giusta secondo me: la Finalissima era un premio per chi aveva vinto l’Europeo, dunque ha giocato chi c’era un anno fa. Il problema è che molti di loro, si è visto bene, erano “cotti”. Ma ripeto: se non hai dei fenomeni, e l’Italia non ne ha, dall’Argentina puoi prendere tre gol anche se sei la squadra più carica del mondo».

Dunque possiamo prendere tre gol anche dalla Germania e dall’Inghilterra?

«Speriamo di no, ma Mancini ha lanciato un allarme. Questa squadra non è tutta da buttare via, ma è da rifondare dove serve, ha bisogno di forze nuove. Il problema è trovarle, dunque dare il tempo a Mancini di individuarle, metterle alla prova, farle diventare parti di un progetto. E se si pensa che il tempo per ricostruire non ci sia, bisogna trovarlo. Nella fiducia in chi un anno fa ha portato la squadra a vincere un Europeo e in un po’ di pazienza: se c’è solo fretta, si va a sbattere contro i muri».

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