Tattica ma non solo. Walter Mazzarri, nell'intervista a Tuttosport, ha parlato anche della sua personalità, oltre che del suo rapporto con i giocatori e delle sue qualità:
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Mazzarri: “Io godo a lanciare i giovani! Per attaccarmi si inventano anche…”
Tattica ma non solo. Walter Mazzarri, nell’intervista a Tuttosport, ha parlato anche della sua personalità, oltre che del suo rapporto con i giocatori e delle sue qualità: Mazzarri, lei passa per un tecnico tutta grinta, invece chi è...
Mazzarri, lei passa per un tecnico tutta grinta, invece chi è stato allenato da lei dice che è un martello sulla tattica. Come lo spiega?
«Gli unici che mi conoscono veramente sono i giocatori. Quando uno, e posso sembrare presuntuoso, fa dei risultati oltre le migliori aspettative per 11-12 anni di seguito, si deve cercare qualcosa che non esiste per attaccarlo».
Mazzarri è pure un difensivista.
«Il mio è un calcio veloce, verticale, dove si arriva in porta con pochi passaggi. E gli attaccanti hanno sempre fatto con me la loro miglior stagione. Giocatori che si pensava fossero a fine carriera e che invece si sono rilanciati, ritrovando autostima, convinzione: la gente parla di Cavani, ma io ricordo Bellucci, Amoruso, Bianchi, Cozza, Pazzini e Lucarelli».
Altra leggenda: Mazzarri non ama i giovani.
«Questo è un paradosso. Io parto dal settore giovanile, alla Reggina ho fatto esordire tanti giovani che non sapevano nemmeno cosa fosse la serie A, per non parlare di Insigne. Io godo a lanciare i giovani. Mi piace arrivare in una squadra, avere una rosa che vale tot e aumentare il suo valore. Pensate a Bianchi: esplose con me alla Reggina e poi fu venduto al City per una cifra esorbitante per quegli anni. Per vincere un campionato con i giovani però ci vorrebbero diciotto Maldini.».
Un suo pregio e un suo difetto.
«Sono un professionista che cura tutti gli aspetti con scrupolo e attenzione. Tanti pregi, visti in un altro modo, possono diventare difetti perché si vuole dare in pasto alla gente dei messaggi diversi».
Proviamo a dirglielo noi un difetto: Mazzarri non si sa vendere.
«Forse sì. Più che non sapermi vendere, però, diciamo che è un aspetto che lascio per ultimo. Io ragiono in maniera diversa perché fossi un presidente, preferirei avere un tecnico che pensa ad allenare a 360°, che perde la vita dietro alla squadra per portarla al top piuttosto che uno che cura le public relations».
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