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Melli: “Innamorato dell’Inter grazie ai doppi passi di Ronaldo. Derby? Nessun pronostico”

Il cestista dei New Orleans Pelicans, tifoso nerazzurro, racconta le sue sensazioni in vista della gara di questa sera

Fabio Alampi

Il cestista dei New Orleans Pelicans, Nicolò Melli, racconta a La Gazzetta dello Sport le sue sensazioni sul derby di questa sera da tifoso dell'Inter: "Ho vissuto a Milano per 5 anni e ho un rammarico: non aver visto l'Inter dal vivo più spesso. Seguo a spizzichi e bocconi, ma ho mio fratello Enrico, una specie di ultrà mancato, che mi tiene aggiornato su tutto. Pazzie per l'Inter non ne ho fatte, ma una volta chiusa la carriera sono sicuro che le farò".

Nicolò, quando è diventato tifoso dell'Inter?

"Guardando i doppi passi di Ronaldo. Irresistibili".

Prima volta a San Siro?

"Ero bambino, mi ci portò il mio babbo. Ci spostammo da Reggio Emilia, dove vivevamo, a Milano per vedere Inter-Lecce. Vincemmo 1-0, quella partita mi rimase impressa perché tirarono della frutta in campo: non male come prima volta. Anche perché facemmo tutte le classiche cose del prepartita, dalla visita a Piazza Duomo alla pizza da Spizzico. Poi ho visto tante partite di Coppa Italia, ma sul resto facevo fatica".

Campione preferito?

"Ronaldo è quello che mi ha fatto innamorare dell'Inter. Per un interista, le emozioni che ha dato lui sono uniche. Ricordo di aver visto in tv quando si ruppe il ginocchio. Ma ci sono tanti giocatori a cui sono legato...".

Qualche nome?

"Zanetti, un simbolo per ogni interista. Ma anche Julio Cesar. E Diego Milito. Dopo tutta la gavetta che ha fatto ha vinto la Champions da protagonista".

Gli eroi del Triplete...

"Quella per me è stata l'esperienza sportiva più faticosa di sempre. Ricordo la semifinale di ritorno col Barcellona, quella della manata di Thiago Motta a Busquets. Dopo quella partita, quando Mourinho e Oriali corrono in mezzo al campo con gli irrigatori accesi, io avevo talmente tanta adrenalina che mi sono addormentato sul divano. Ero tesissimo, al contrario della finale dove ero calmo: sapevo che avremmo vinto, avevo una sorta di certezza interiore".

Giocatore preferito oggi?

"Handanovic. Peccato non ci sia oggi. E mi piace Lukaku".

Che cosa pensa di Conte?

"Sono contento che sia all'Inter perché è un ottimo allenatore. Non sono uno di quelli che non lo vuole perché ha allenato la Juventus. Quando a inizio stagione c'è stato quel coro "chi non salta juventino è", ho trovato giusto che lui non abbia saltato. L'importante è che faccia bene il suo lavoro e sia professionale. Non mi interessa chi ha allenato prima".

Che cosa pensa del Milan?

"C'è rispetto sportivo per la società. E con gli amici milanisti grandi sfottò".

Come finisce il derby?

"Preferisco non dirlo, nel calcio sono estremamente scaramantico. L'ho detto solo ad Antonio, un mio amico fiorista".

Ricordi particolari?

"L'atmosfera, quella la ricordo benissimo. Ricordo anche che a causa dei miei impegni con il basket non sono quasi mai riuscito ad andarlo a vedere. Ma una volta la partita dell'Olimpia, in cui giocavo, finiva abbastanza presto per poter poi andare a San Siro: feci una corsa incredibile, almeno abbiamo vinto. Le vittorie sono sempre più belle".

E dalla stagione nerazzurra che cosa si aspetta?

"Faccio un in bocca al lupo, che sia una stagione soddisfacente. E che l'Inter faccia un punto in più della Juve. Poi quello che viene viene".

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