Sinisa Mihajlovic, allenatore della squadra rivelazione del campionato, parla a Repubblica: «Fra le mani ho una squadra cresciuta molto e diventata matura, la vittoria con l’Inter è stata la sublimazione. Ai ragazzi ho parlato chiaro: inseguire il miracolo, per non avere rimpianti. Se hai personalità, devi avere il coraggio di mutare obiettivi in corsa, la parte sinistra della classifica non è più sufficiente. Genova è casa mia, la Lanterna mi accende, era stato così da calciatore, doveva esserlo da allenatore.
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Mihajlovic: «Questo è il mio rapporto con Eto’o. Il mio futuro…»
Sinisa Mihajlovic, allenatore della squadra rivelazione del campionato, parla a Repubblica: «Fra le mani ho una squadra cresciuta molto e diventata matura, la vittoria con l’Inter è stata la sublimazione. Ai ragazzi ho parlato chiaro:...
Eto’o «Due animali feroci si annusano e all’inizio noi lo abbiamo fatto. Lui subito mi ha dato un assist perfetto, disertando un allenamento. Gli ho fatto capire che senza regole non si gioca. Due caratteri forti, bisognava stabilire la giusta empatia. Ora non fa quello che gli chiedo: fa di più. Anche io da giocatore ho fatto delle cazzate, gli allenatori non mi dicevano mai niente, altri per meno venivano puniti. La cosa mi faceva sorridere. Crescendo ho capito quanto fosse ingiusto. Ho giocato nella Jugoslavia, nazionale stellare, ma senza disciplina. Non abbiamo vinto niente».
Il futuro? «Il mio futuro non conta, solo le prossime 9 gare. Ai tifosi della Samp dico: non è sicuro che resto. E nemmeno che non resto. Inzaghi è un amico: aveva segnato 2 gol al Liverpool nella finale Champions e il giorno dopo venne a Novi Sad per la mia gara d’addio. Le difficoltà sono dovute alla mancanza di gavetta. Io alleno da 9 anni, vice all’Inter, Bologna, Catania, Fiorentina, Serbia e Samp. Ora non mi vedo in una nazionale, ho bisogno dell’adrenalina quotidiana. Tutto il resto non mi spaventa».
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