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Mihajlovic: “Serbia-Croazia? La partita delle partite”

Venerdì a Zagabria si affronteranno Serbia e Croazia: l’ultimo match si giocò 13 anni fa, quando la Serbia era ancora la Jugoslavia. “Fu la mia gara più sentita. Ho accettato di fare il ct perché sapevo che ci sarebbe stata questa...

Riccardo Fusato

Venerdì a Zagabria si affronteranno Serbia e Croazia: l'ultimo match si giocò 13 anni fa, quando la Serbia era ancora la Jugoslavia.

"Fu la mia gara più sentita. Ho accettato di fare il ct perché sapevo che ci sarebbe stata questa gara. Ma per darci la mano", le parole di Sinisa Mihajlovic, attuale allenatore della Serbia, rilasciate alla Gazzetta dello Sport.

"Come ct mi sono dato tre obiettivi: la qualificazione ai Mondiali; aprire un nuovo corso fatto di regole, fair play e senso d'appartenenza; ridare alla Serbia un'immagine positiva dopo anni di intemperanze dei tifosi Il primo obiettivo passa attraverso la sfida di venerdì. Il secondo è avviato: abbiamo la nazionale più giovane d'Europa, età media di 22-23 anni. Le regole sono fissate e chi non le segue è fuori".

L'ex tecnico viola si riferisce anche a Ljajic, talentuoso attaccante della Fiorentina che ha perso la nazionale per non aver cantato l'inno: "Da ct ho preteso che giocatori e staff cantassero l'inno serbo. C'è un regolamento: Ljajic l'ha firmato. E alla prima occasione l'ha disatteso. Io non guardo solo al talento, guardo l'uomo. E dell'uomo devo potermi fidare. Quando canterà l'inno, tornerà".

"Il mondo ci osserva. È arrivato il momento di dimenticare il passato, tendere la mano e guardare avanti - il pensiero di Sinisa Mihajlovic -. E se lo posso fare io che la guerra l'ho vissuta sulla pelle, perché non devono farlo ragazzi che all'epoca non erano neanche nati?".