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Monti (CorSera): “Inter, nelle ultime 16 partite in casa…”

Anche il giornalista del Corriere della Sera Fabio Monti scrive sull’ormai tanto famoso tabù del Meazza da sfatare: ‘Sarà anche vero, come ha spiegato Andrea Stramaccioni, che «il tabù di San Siro da sfatare è più nei numeri che...

Francesco Parrone

Anche il giornalista del Corriere della SeraFabio Monti scrive sull'ormai tanto famoso tabù del Meazza da sfatare: 'Sarà anche vero, come ha spiegato Andrea Stramaccioni, che «il tabù di San Siro da sfatare è più nei numeri che nell’andamento delle gare». Ma, siccome il tecnico ha sottolineato che «io le gare me le ricordo tutte», sarà il primo a ricordare che in realtà il fatto di non avere ancora vinto in casa nelle prime quattro apparizioni della stagione è più nell’«andamento» delle partite che nei «numeri». Contro l’Hajduk Spalato (9 agosto), i nerazzurri hanno perso 0-2, rischiando di uscire dal preliminare di Europa League; il pareggio con il Vaslui (2-2) è arrivato dopo che la squadra era andata sotto due volte, con il gol di Guarin al 48’ della ripresa (30 agosto); con la Roma, in campionato, recuperato il primo svantaggio, l’Inter si è consegnata all’avversario (1-3, 2 settembre) e giovedì scorso, il 2-2 contro il Rubin Kazan è arrivato al 47’ della ripresa. Il fatto di non essersi mai trovato in vantaggio per un minuto, anche se per cause spesso indipendenti dalla propria volontà (esempio: il fallo incredibile in area di Jonathan con il Rubin), dovrebbe indurre il tecnico interista a valutare più l’«andamento» delle partite rispetto ai «numeri», peraltro poco incoraggianti (5 gol fatti e 9 subiti, 3 rigori contro in tre partite di Europa League), in stridente contrasto con quelli ottimi delle trasferte (12 gol fatti e nessuno subito in quattro partite). Il calcio vive anche sulla casualità, ma spesso riesce ad essere logico. Oggi l’Inter ha l’occasione di riappropriarsi di San Siro, dove un tempo gli avversari facevano fatica anche a pareggiare. Nelle ultime 16 partite interne, i nerazzurri non hanno subito gol soltanto in un’occasione: 18 marzo, 0-0 contro l’Atalanta. Nelle altre 15 partite i nerazzurri hanno preso 30 reti. Un po’ troppi. Il Siena, che oggi si presenta a Milano, rievoca ricordi di antica grandezza: lo scudetto vinto il 22 aprile 2007 (in Toscana); il 2-2 a San Siro dell’11maggio 2008, con il titolo rinviato alla settimana successiva (2-0 a Parma); il secondo atto del triplete, a Siena, con l’1-0 siglato da Milito (16 maggio 2010). La storia è cambiata, perché sono cambiati i protagonisti: non si può vivere sempre a ostriche e champagne (sempreché piacciano) e viene ilmomento nel quale occorre accontentarsi di una cucina più frugale. Stramaccioni ha parlato di «un avversario ostico; gioca molto bene la fase difensiva, riuscendo ad essere comunque pericoloso in attacco. Ma noi vogliamo vincere, perché significherebbe rimanere agganciati al gruppo di testa. Servirà una concentrazione altissima, fino all’ultimo secondo. Abbiamo visto che cosa è successo domenica scorsa alla Roma contro il Bologna». L’11 aprile, il Siena era stato sconfitto, ma a fatica e in rimonta (2-1, doppietta di Milito, dopo il vantaggio di D’Agostino). La necessità di ruotare gli uomini, in un avvio di stagione dove si gioca una partita ogni tre giorni, potrebbe configurare un evento storico: la panchina per Javier Zanetti, che fin qui ha sempre giocato, arrivando a un totale di 805 partite ufficiali. L’ultima volta in cui si è verificata simile congiuntura, con il capitano non in campo dal 1’ per scelta tecnica, risale al 13 settembre 2008: Inter-Catania 2-1, la seconda partita di campionato di Mourinho. Allora era reduce dal doppio impegno con la nazionale argentina e Mou lo aveva mandato in campo al 45’ della ripresa al posto di Figo. Nell’ultimo campionato, Zanetti aveva saltato quattro partite: una per squalifica (contro la Fiorentina, 10 dicembre 2011) e tre per infortunio. Oggi torna titolare Sneijder, uscito irritato (eufemismo) contro il Torino, quando è stato sostituito da Cassano e risparmiato poi contro il Rubin. Così Stramaccioni: «Penso che abbia il 100% di voglia di tornare in campo; la sua arrabbiatura è proporzionata ai minuti in cui non gioca. Questo significa essere leader di una squadra». Torna tra i convocati Cristian Chivu e questo consentirà a Stramaccioni di provare la difesa a tre, quando ce ne sarà la necessità; non c’è Palacio, che non ha ancora superato i problemi muscolari dopo la partita con la Roma. Stramaccioni deve decidere fra Cassano (favorito), che è stato fondamentale con il Rubin, essendo uno dei pochi ad avere un’idea di calcio in una squadra ancora in fase di lento assemblaggio e Ricky Alvarez, che ha ben giocato a Torino, quando è entrato nella ripresa per Jonathan. Cosmi ha cercato di rincuorare il Siena: «Non mi piace sentir dire che non abbiamo niente da perdere. Io penso invece che abbiamo tutto da perdere, perché per noi ogni occasione è buona per fare punti. Voglio vedere come reagisce la squadra in uno stadio prestigioso come quello di San Siro». E invece di coprirsi punta su un Siena offensivo, con Rosina e Valiani a sostegno di Calaiò'.