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Non solo Eriksen, Conte ha due frecce in più. Moses e Young le armi da scudetto nerazzurre

Nel mercato invernale Conte ha voluto rinforzare le corsie laterali, ruolo fondamentale nella sua Inter

Andrea Della Sala

Nel mercato di gennaio è arrivato un giocatore di qualità come Eriksen, ma non solo. Il tecnico dell'Inter Conte ha voluto rinforzare anche le corsie laterali, ruoli fondamentali per la sua idea di calcio.

"Ecco perché i primi due colpi mirati sul mercato di gennaio sono arrivati proprio in fascia, pescando poi dalla Premier: nessun altro torneo al mondo garantisce quella intensità di prestazione per 90’. E allora eccole le nuove frecce nerazzurre, pronte al primo derby di Milano. A Udine Conte ha fatto le prove generali e le risposte sono state abbastanza incoraggianti: l’inserimento di Victor Moses e Ashley Young nel mondo Inter procede spedito quasi quanto le loro accelerazioni.

Moses a Udine s’è fatto apprezzare soprattutto in fase offensiva, con un paio di guizzi interessanti in campo aperto. In fase difensiva la prestazione è stata meno pulita: Sema lo ha sorpreso una volta alle spalle e un’altra è riuscito a entrare indisturbato in area sfruttando proprio un ripiegamento pigro del nigeriano. Che gode comunque della massima fiducia di Conte che però non gli garantisce la certezza di una maglia da titolare. Moses esterno è un’invenzione di Conte al Chelsea, un’intuizione decisiva nella corsa al titolo vinto nel 2016-17. Ma dietro di lui c’è Antonio Candreva che scalpita: nella prima parte della stagione è sembrato un giocatore nuovo, ritrovato nelle gambe e nella testa. Il nuovo corso se l’è conquistato sul campo, dando sempre qualcosa in più", analizza la Gazzetta dello Sport.

"Quella che è già riuscita a dare anche Young, l’ultimo dei tre innesti arrivati da Manchester, made in United. La prima a San Siro contro il Cagliari è servita per rompere il ghiaccio col nuovo mondo, per pennellare un assist sulla testa di Lautaro e conquistare i primi meritatissimi applausi del suo nuovo pubblico. Young tanto “giovane” non lo è più, eppure garantisce una ancora spinta costante e grande attenzione. E quella qualità negli ultimi 25 metri che può far saltare il banco. Se c’è una cosa che rende felice una allenatore da 3-5-2 è riuscire a costruire su una fascia per poi chiudere con la battuta a rete del quinto dall’altra parte. Con Young diventa più facile: il piede è sempre quello da attaccante esterno, l’applicazione invece si è evoluta. Ora è da giocatore totale, di chi vuole aggiungere la vittoria nel derby nella lunga lista di successo", aggiunge il quotidiano.

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