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Nasri: “Mancini non è vicino ai suoi giocatori, gli piace toccarli nell’orgoglio e …”

Il giocatore francese racconta il suo rapporto con il tecnico italiano in una lunga intervista

Gianni Pampinella

Dopo cinque stagioni al Manchester City, Samir Nasri la scorsa estate ha deciso di lasciare Manchester direzione Siviglia. E' lo stesso giocatore in un'intervista a raccontare i motivi del suo addio in una lunga intervista per Onze Mondial: "Io voglio solo giocare, non ho nessuna voglia di tornare al City se non ho spazio. Se avessi voluto, sarei potuto rimanere al City perché Guardiola voleva che rimanessi". Poi parla del suo rapporto con Roberto Mancini e Manuel Pellegrini, entrambi lo hanno allenato al Manchester City: "Mancini (riflette a lungo), è un allenatore che punge i giocatori, gli piace toccare il loro orgoglio. Dice loro le cose pubblicamente. Non è necessariamente vicino ai suoi giocatori. Egli non va per fare carezze, commenta. Egli non è fatto per parlarti perché tu ti senta bene. C'è di più: "Sei un giocatore e devi fare questo e devi farlo bene. Non c'è bisogno di dirlo o di ripeterlo". Pellegrini è diverso. Più affettuoso. È più propenso al dialogo. Due metodi differenti". Anche in allenamento il giocatore trova grandi differenze tra i due allenatori: "Ognuno ha la sua cultura calcistica. Mancini ha una cultura italiana, Pellegrini sudamericana, spagnola, un po' diversa difensivamente. Sono diversi".

(Onze Mondial)