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Pellè: “Rigore? Capita, rispetto per Neuer. Volevo tirarlo così: ora non ne calcio più…”

Dal ritiro della Nazionale, Graziano Pellè è tornato a parlare del rigore che lo ha visto protagonista all'Europeo contro la Germania

Dario Di Noi

Fra i tanti eventi sportivi che il 2016 ha regalato a tutti gli appassionati, è stata pure l’estate degli Europei, dell’Italia di Conte e di Pellè. L’attaccante azzurro ne ha passate di ogni: prima è salito alla ribalta da numero 9 di un’Italia che ha scaldato il cuore dei propri tifosi, poi è caduto sul più bello fra mille critiche, esplose con furore dopo il goffo rigore sbagliato contro la Germania. Infine, come se non bastasse, è entrato nella storia del calcio cinese e ha iscritto il suo nome nelle classifiche dei giocatori più pagati al mondo, firmando un ricchissimo contratto - ai limiti del paradossale - con lo Shandong Luneng. Pellè, così, ha salutato il Southampton per volare in Oriente, ma questo non gli ha impedito di perdere la Nazionale. Almeno per ora, il neo ct Ventura lo ha richiamato in azzurro. E proprio dal ritiro italiano, Pellè ha parlato di questo, del rigore e di altro ancora.

Ventura voleva capire se lei ha ancora fame di Nazionale nonostante abbia accettato di giocare in Cina.«La prima cosa che mio padre mi ha detto è stata: “Devi rispettare la squadra che ti ha cambiato la vita”. Ma una scelta e una proposta economica così non mi impediscono di farmi convocare ancora e poi di venir qui e far capire che ho sempre voglia di questa maglia».

Troppe cattiverie dopo l’epilogo choc dell’Europeo?«Succede di sbagliare e noi siamo personaggi pubblici: ognuno può dire ciò che vuole. Mi hanno fatto ridere solo le critiche per aver mancato di rispetto a Neuer, spero che la maggior parte degli italiani abbia la mia stessa voglia di rispettare gli altri: l’Italia sarebbe migliore».

Ma quel rigore come lo voleva tirare?«Forte e a sinistra, il lato dove ho sbagliato. Ho fatto quel gesto per non far buttare Neuer prima, quando sono andato a calciare ho visto che si era già tuffato e ho forzato il tiro».

Il livello del calcio cinese?«Massimo tre stranieri per squadre, e che si chiamino Hulk, Lavezzi o Jackson Martinez sono ottimi giocatori: la vera differenza la fanno i cinesi forti. La qualità è più bassa, ma non è vero che è più facile segnare: in Italia ti arrivano palloni migliori, hai più occasioni di fare gol».

Sarà così dura qualificarsi per il Mondiale?«Il girone è quello: non possiamo scappare e siamo comunque l’Italia. I club italiani fanno una preparazione più dura e a inizio stagione si soffre, ma non ci sono scusanti che possono impedirci di fare una buona partita in Israele. Dobbiamo andare là e fare risultato».

Ma se c’è un rigore lo tira lei?«Non ne ho più tirati neanche in Cina: no, no, c’è chi è più bravo di me...».

(Gazzetta dello Sport)