Tommaso Pellizzari analizza la sconfitta nerazzurra su Corriere.it. Il primo posto dell'Inter era un bluff? "Il primo posto dei nerazzurri a punteggio pieno aveva fatto rinascere un inspiegabile orgoglio per una tradizione calcistica italiana fiera di vincere anche giocando un calcio oscillante tra il molto brutto e l'orrendo. Tale era infatti stata fino a quel momento l'Inter, vincitrice a fatica dell'Atalanta e del Carpi, poi del Milan giocando sempre piuttosto male e infine delle due veronesi: arrivando con l'Hellas a vincere disputando nettamente la partita peggiore."
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Pellizzari: “Inter non è da buttare, ma quanto vale una squadra che ha come simbolo Melo?
Tommaso Pellizzari analizza la sconfitta nerazzurra su Corriere.it. Il primo posto dell’Inter era un bluff? “Il primo posto dei nerazzurri a punteggio pieno aveva fatto rinascere un inspiegabile orgoglio per una tradizione calcistica...
Secondo Pellizzari "il primo posto dell'Inter era bastato a restituire forza a quella scuola di pensiero per la quale allo stadio non si va per divertirsi ("per quello c'è il cinema") e che si fonda su una legge che da noi pare scolpita nel marmo: meglio vincere male che perdere bene. (Un po' come se ci mettessimo seriamente a sperare che in Italia si ricominci a mangiare come solo nelle osterie dei film in bianco e nero, perché quella è la nostra tradizione). Solo che poi a San Siro si è presentata la Fiorentina, allenata da un tecnico non italiano (Paulo Sousa), cui è bastato poco (23 minuti, il tempo di fare 3 gol) per dimostrare che una terza possibilità c'è, eccome: vincere giocando bene. O almeno provarci."
L'inganno dell'Inter e un paio di interrogativi - "La falsa alternativa in cui il calcio italiano ingannato dal primato dell'Inter ha scelto di infilarsi, ha così tolto lo spazio a una serie di domande più sensate. Per esempio: se, per una qualsiasi ragione non gioca Jovetic, chi pensa nell'Inter? (Risposta: se Ljajic è quello impalpabile visto contro il Verona, nessuno). E quindi siamo sicuri che il mercato dell'Inter sia stato così buono? (Risposta: no). Quanto vale davvero una squadra che ha Felipe Melo come simbolo? (Risposta: meno di quel che si pensi). Quante delle grandi squadre europee degli ultimi 15 anni hanno avuto un giocatore come il brasiliano in mezzo al campo? (Risposta: nessuna)."
Il calcio della Fiorentina - "Quest'ultima domanda spiega anche perché la Fiorentina abbia vinto in quel modo a San Siro, tra l'altro con molti più titolari assenti rispetto ai nerazzurri: con tutte le differenze umane e tattiche che ci sono tra Montella e Paulo Sousa, nella Fiorentina c'è comunque una continuità calcistica. Piedi buoni, ottima gestione e circolazione della palla (a parte la partita col Genoa, si parla di un possesso palla dal 60% in su), calcio propositivo di impostazione europea e non conservativo in senso italiano (l'armonia del pressing viola è parecchio indicativa)."
Inter da buttare e Fiorentina da scudetto? "Quello che adesso bisogna evitare, però, è di fare lo stesso errore commesso rispetto all'Inter delle prime 5 giornate. La tentazione (anche questa molto italiana) è infatti di pensare che l'Inter sia da buttare e la Fiorentina sia da scudetto. Probabilmente non è vera nessuna delle due cose. Mancini ha detto fin dall'inizio che ogni valutazione sulla squadra avrebbe dovuto aspettare almeno 10 giornate ed è difficile dargli torto. E di certo la sua storia di allenatore non è quella di un calcolatore interessato solo all'1-0 brutto e senza spettacolo. Probabile quindi che in queste prime giornate abbia fatto di necessità virtù e soprattutto cercato di ricostruire l'Inter partendo dai risultati come base primaria per l'autostima."
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