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Serie A, piano anticrisi: rinvio della tasse e una percentuale sulle scommesse

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I ristori non sembrano arrivare per i club di Serie A che ora valutano altre vie per ovviare ai problemi economici portati dalla pandemia

Andrea Della Sala

Dopo l'annuncio della riduzione degli spettatori in Serie A, solo 5mila tifosi per due giornate, i club chiedono aiuto per non ritornare nei guai economici avuti nella passata stagione. La richiesta delle società sono i ristori.

"Non c’è in vista un intervento immediato sul calcio, piuttosto si cercano ristori per le società dilettantistiche martellate dal caro bollette. Ma fra Lega e Federcalcio si proverà a rilanciare il piano/richiesta della scorsa estate, ovviamente aggiornato alla luce e dei sì e dei no incassati. La Legge di Bilancio ha dato al calcio e a tutto lo sport la sospensione dei versamenti fiscali e contributivi dei primi quattro mesi dell’anno, rateizzati in due tranche: primo 50 per cento entro il 31 maggio, seconda metà entro il 31 dicembre in sette pagamenti mensili. Il provvedimento “cuba” 444 milioni di euro. Che non sono soldi dati dallo Stato allo sport, ma rinvii delle tasse. La prima richiesta formulata in queste ore è quella che la sospensione comprenda altri mesi, con un periodo più lungo per rateizzare", spiega La Gazzetta dello Sport.

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"Ma c’è un’altra delle proposte di quest’estate che sta riemergendo. Uno degli obiettivi (mancati) nella legge di Bilancio era l’aumento del fondo “salva sport” (o “salva calcio”), il prelievo sulle scommesse sportive, dallo 0,5 all’1 per cento. La disposizione ha un tetto massimo: 40 milioni nel 2020 e 50 milioni nel 2021. Il calcio chiedeva di cambiarlo. Anche per la difficoltà di rimuovere il famoso divieto di pubblicità per le aziende di betting entrato in vigore nell’ambito del decreto dignità. E allora la richiesta è quella di un «fondo calcio» alimentato dalla percentuale sulle scommesse sportive. Scommesse sportive che sembrano uscite dal momento più duro della crisi pandemica, con meno giocate nelle agenzie ma un vero boom dell’online. I dati definitivi sul 2021 non ci sono, ma la raccolta complessiva sfiorerebbe i 15 miliardi, oltre il livello pre Covid. Il calcio rappresenta quasi tre quarti di questa torta in cui ci sono al secondo posto il tennis e al terzo il basket. Da qui la richiesta di un contributo a fronte di un utilizzo del «contenuto» calcio", approfondisce il quotidiano.

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