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Pm Napoli: “Lavezzi contattò boss mafioso, no a Inter e Juventus in cambio di …”

Calcio e mafia, atto II: il nuovo protagonista è l'ex Napoli

Matteo Pifferi

Ascoltata dalla Commissione Antimafia, il sostituto PM della Dda Enrica Parascandolo ha rivelato il rapporto stretto tra il pentito Antonio Lo Russo e Ezequiel Lavezzi. L'ex attaccante del Napoli, ora all'Hebei China Fortune, avrebbe chiesto al boss napoletano di esporre nelle due curve del San Paolo uno striscione in suo favore.

"Ci ha raccontato che Lavezzi aveva interesse che i tifosi delle due curve, la curva A e la curva B, esponessero uno striscione in suo favore del tipo 'Lavezzi non si tocca' - dichiara il magistrato secondo rilevazioni dello stesso Lo Russo -. Ora il problema è che le due curve rispecchiano diverse provenienze territoriali e anche di appartenenza ai clan: in curva B troveremo quelli di fuori e quindi di gruppi di Secondigliano come quello di Lo Russo, in curva A invece del centro città, come Genny 'a carogna, per fare un esempio. Lo Russo ci dice che grazie al suo intervento fu possibile, nonostante le rivalità tra i clan, esporre lo striscione in entrambe le curve. In cambio ottenendo la promessa che Lavezzi non sarebbe andato a un'altra società italiana come Juventus o Inter ma solo all'estero come poi è accaduto".

RAPPORTO D'AMICIZIA - "Ci ha detto di averlo conosciuto grazie al ristoratore Iorio, circostanza che differisce da quanto dichiarato sotto giuramento da Lavezzi. Ci ha detto di essere stato presentato al giocatore come un capo ultrà, conoscenza da cui è nata un'amicizia. Lo Russo andava anche a giocare alla playstation a casa di Lavezzi. Ma soprattutto aveva fornito al giocatore una scheda telefonica segreta, "dedicata", uno dei cosiddetti "citofoni". E poi finendo nel mirino delle forze dell'ordine ha detto al calciatore di distruggerla".

(Repubblica)

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