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Preziosi: “Milito, Thiago Motta e Piatek i miei gioielli, ma questo è diverso dal Principe”

Le parole del presidente del Genoa

Marco Astori

Intervenuto ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, il presidente del Genoa Enrico Preziosi ha parlato del suo gioiello, Krzysztof Piatek, attaccante sul quale hanno già messo gli occhi le big d'Europa: "Come l'ho scoperto? Il campionato polacco tranne qualche eccezione non è mai stato così seguito. E perché i top club spesso preferiscono giocatori già “pronti”, esplosi, anche spendendo di più. Prendiamo Mbappé: il Psg lo ha preso quando aveva 19 anni, non 14, e ha speso una cifra da manicomio. Mettiamo che la Juve avesse preso Piatek: probabilmente lo avrebbe “parcheggiato” altrove per farlo giocare».

Ci racconta questo amore a prima vista?

«La segnalazione fu di un procuratore amico, Gabriele Giuffrida. Solita trafila: highlights - ma lì sono tutti fenomeni, li scorro appena - un link di Wyscout e poi, i gol segnati da Piatek in otto partite, tutte «firmate»: 9 in Serie A e 4 in Coppa Italia visto che un giocatore da prendere lo devi studiare e non solo guardare, una partita intera. Non ricordo Cracovia contro chi, ma ricordo dove l’ho vista».

Dove?

«A Ibiza, casa mia: era fine maggio. Io, la tv e nessun altro: ho un modo di valutare i giocatori tutto mio, devo essere da solo, senza condizionamenti».

E cosa vide?

«Un attaccante che aveva tutto: destro, sinistro, colpo di testa, cat- tiveria. E che era sempre dove arrivava la palla. azzecco o la sbaglio, ma non mi piace aspettare. Ci sono giocatori che vedi e rivedi: con Piatek non c’era niente su cui riflettere».

Similitudini con Milito?

«Milito, Thiago Motta e Piatek sono i tre gioielli della mia gestione ma Piatek è molto diverso dal Principe. Le sterzate di Milito erano inimitabili, Krzysztof è più “moderno”, un centravanti classico ma completo: lo lasci che fa salire la squadra e lo ritrovi che è già in area, al momento giusto. Sa a chi assomiglia Piatek? Solo a Piatek».

E nel contratto di Piatek non mise nessuna clausola di rescissione: intuizione anche quella?

«Nessuna grande mossa: di solito non la metto mai. Le mie trattative sono libere, se un club vuole un mio giocatore ci sediamo e parliamo: “Questo è il prezzo, lo volete?”».

E qual è diventato il prezzo di Piatek, adesso?

«Non lo so e per ora non mi pongo il problema. Ribadisco: Piatek è essenziale per il Genoa e io devo pensare al Genoa. Poi, non ci prendiamo in giro, io lo so che me lo porteranno via, perché è stratosferico e gli moltiplicheranno l’ingaggio per dieci: ci guadagnerà lui, ci guadagnerà il Genoa e noi punteremo su Favilli. Siamo già tempestati di telefonate, dall’Italia e dall’Europa, tutti top club: chi vorrà Piatek dovrà essere serio e parlare con me, il resto lo considererò malcostume».

De Laurentiis ha detto che vi siete già parlati...

«Lo ha detto lui: io non dico mai con chi parlo e chi è interessato a un mio giocatore».

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