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Il figlio di Prisco: “Insulti milanisti erano medaglie. Per l’Inter non parlò con mamma…”

Luigi Maria racconta suo padre, tifoso e avvocato nerazzurro, che è rimasto nei cuori degli interisti e non solo

Eva A. Provenzano

 Una cosa lo ha colpito tanto ed è l'immagine che resta. I tanti striscioni che hanno dedicato al papà in tutti gli stadi dopo la sua morte. «Oggi mi commuove la strofa di C'è Solo l'Inter e l'applauso dei tifosi quando appare lui sugli schermi. Sarebbe stato difficile per lui in questo momento, non ce l'avrebbe fatta senza vedere l'Inter. Era capace di vedere partite tutto il giorno. Andava a vedere anche le partite del Milan, ma mica tifava per loro. Conservava le lettere dei tifosi rossoneri che anonimamente lo insultavano per le sue dichiarazioni. Per lui erano medaglie. Se Angelillo segnava e l'Inter vinceva in casa arrivavano piatti buonissimi. Quando l'Inter non vinceva ci toccava la pastina in brodo». 

Un buon metodo per insegnare ai figli la retta via dell'interismo. «Una volta non parlò con la moglie per qualche giorno perché il Milan aveva pareggiato in un derby con De Vecchi, stesso cognome della mamma», ha spiegato. «Ammirava Facchetti ed era l'unico giocatore dal quale aveva preteso di farsi dare del tu. Una figura che ha ritrovato in Zanetti. Era affascinato da Corso e Recoba. Amava Ronaldo e Meazza».

(Fonte: TS)

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