Ex allenatori nerazzurri in auge a livello europeo. Ora però la situazione, rispetto a qualche mese fa si è ribaltata. Stiamo parlando di Roberto Mancini e José Mourinho. Lo iesino sembrava in grandi difficoltà nel gestire una truppa di giocatori bizzosi, Tevez in testa, José Mourinho, strappato dal Real Madrid all’Inter la notte stessa della conquista della Champions League, sembrava invece destinato a diventare il fulcro madrileno, tanto da mettere nell’ombra o esiliare miti della Casa Blanca come Valdano o Zidane.Oggi la situazione è cambiata. Il Mancio, magari non amatissimo, è comunque seduto con grande comodità sulla panchina foderata con le sterline dello sceicco. Alla domanda «secondo lei per chi faranno il tifo gli interisti?», Mancini non hapraticamente risposto. Anche perché avrebbe dovuto dire: tiferanno per Mou.Non c’è dubbio che oggi la popolarità di Mourinho sia più alta a Milano che a Madrid. Il brutto inizio del Real in campionato, la «tristezza» di Cristiano Ronaldo che ha giustamente fatto inferocire un intero Paese in piena crisi economica e la sfuriata di Mou dopo la sconfitta con il Siviglia hanno mandato ai minimi storici il suo gradimento tra i tifosi ma anche nello spogliatoio.Il Mou che cerca di accendere la rivalità contro una o più altre squadre, questa volta si è scontrato con il gruppo storico del Real, che ha vinto tanto e che lo ha fatto anche e soprattutto in nazionale, insieme a quelli del Barcellona. La rivalità c’è, ma Mou non è riuscito a farla esplodere.
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Real-City, sfida tra ex nerazzurri in situazioni diverse
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