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Repubblica – Divise che sembrano scatole di detersivo, povera grande Inter: chi diamine comanda?

Amarissima l'analisi del collega Andrea Sorrentino nell'edizione odierna del quotidiano

Daniele Vitiello

Durissima l'analisi di Andrea Sorrentino di Repubblica sulla partita di ieri sera dell'Inter: "L'eutanasia di quello che è stato un club glorioso procede spedita. Povera grande Inter. Ora anche il Be’er Sheva, che gioca un calcio semplice ed efficace ma è pur sempre solo campione d’Israele, passeggia a San Siro contro avversari vestiti come un fenomeno da baraccone. Gli israeliani vincono 2-0 nell’esordio in Europa League (reti nella ripresa di Vitor e di Buzaglo su punizione, più una manciata di altre occasioni da gol), non subiscono un tiro in porta tranne quello di Candreva al 92’ e un palo di Eder al 39’ del primo tempo ed esibiscono un brasiliano di 28 anni, tale Lucio Maralhao, con un passato persino nel celebre Buriram United, club thailandese".

Aspro il parere del collega anche sulle divise indossate ieri: - "E non è nemmeno oziosa, anche se parrebbe, la questione delle maglie con cui si è presentata la Beneamata, visto che di solito l’avallo alle divise dovrebbe darlo il club, e se qualcuno lo ha dato allora è sommamente colpevole, come di tanti altri errori gestionali degli ultimi mesi. Ma chi diamine comanda all’Inter? Chi decide cosa? Chi risponde di certi errori? Intanto, un giorno forse scopriremo da quali insondabili abissi della creatività, da quali brain storming e pensose riunioni tra geniacci del marketing sia scaturita l’ideona di proporre una maglietta come quella di ieri. Una scelta irrispettosa sia della tradizione e dei colori sociali di un club che esiste dal 1908, sia del semplice buon gusto. La divisa della gloriosa Inter opposta al Be’er Sheva a San Siro somiglia, a seconda dei punti di vista, a una scatola di detersivo, a un dentifricio, a un pigiama o al barattolo di una celebre bevanda gassata. Calzettoni e pantaloncini, a chi li osserva dallo stadio, sono di un colore verde acqua che però nelle riprese televisive diventa un giallo brillante; la maglietta è verde anche lei vicino alla vita, ma poi salendo verso il petto trascolora in un blu che non è nemmeno interista, ma è più che altro un cilestrino con righine orizzontali. Di peggio, davvero, non si poteva fare".

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