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Repubblica: «Felipe Melo, benedetto quel gol che fa luce sulle sue reali qualità »

Dopo quei maledetti quarti di finale nel 2010 contro i Paesi Bassi in cui Felipe Melo fu il protagonista in negativo dell’eliminazione verdeoro, Repubblica ne ripercorre il prosieguo della carriera: «Dopo Port Elizabeth eccolo deludere in...

Lorenzo Roca

Dopo quei maledetti quarti di finale nel 2010 contro i Paesi Bassi in cui Felipe Melo fu il protagonista in negativo dell'eliminazione verdeoro, Repubblica ne ripercorre il prosieguo della carriera: «Dopo Port Elizabeth eccolo deludere in una Juve deludente (che gli appioppa 150mila euro di multa per un’espulsione contro il Parma), poi quattro anni al Galatasaray in cui diventa calciatore-uomo, non senza altre imprese delle sue (espulso contro il Besiktas, provoca i tifosi avversari che invadono il campo), fino a guadagnarsi la stima di Mancini che lo trascina a Milano contro il parere di tutti i dirigenti. Il gol che ha deciso la sfida col Verona rende un po’ di giustizia alla sua fama di occhiuto picchiatore. Perché Felipe Melo offre anche enorme sostanza e qualità, come testimoniano i 10 km percorsi contro il Verona, l’85% di precisione nei passaggi o le decine di palle contese o recuperate in tre partite, che hanno cementato le neonate convinzioni della capolista».