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Repubblica – Genoa e Inter oltre il meteo. Intanto Gasp e Zanetti se le dicono…

Tutti col naso in aria, a vedere quanta ne viene giù. Ma un’occhiata pure ai torrenti: il Bisagno e il Fereggiano lambiscono lo stadio e hanno fatto gravi danni in passato. Intanto ieri sera il Comune di Genova ha fatto sapere che...

Francesco Parrone

Tutti col naso in aria, a vedere quanta ne viene giù. Ma un’occhiata pure ai torrenti: il Bisagno e il Fereggiano lambiscono lo stadio e hanno fatto gravi danni in passato. Intanto ieri sera il Comune di Genova ha fatto sapere che Genoa-Inter si svolgerà alle 15 come da programma perché l’intensità delle piogge è prevista in diminuzione, anche se il rischio di un rinvio alle 18 (c’è un allerta meteo fino alle 15) o in altro giorno rimane legato agli umori delle nubi. Al Genoa un rinvio non dispiacerebbe visto che ha fuori causa mezza difesa: per lo stesso motivo l’Inter vorrebbe ardentemente giocare.  

Sarebbe il terzo Genoa-Inter rinviato per pioggia, dopo quelli del 1990 sull’1-0 per il Genoa (con Trapattoni che fece allontanare dalla sala stampa Alfredo Biondi, vicepresidente della Camera e tifoso del Grifone) e del novembre 2012. Si parla molto di storia in questa vigilia, ma non perché l’Inter non perde a Marassi dal 1994. Ad animare le polemiche l’intervista di Gasperini a Repubblica («Senza Calciopoli l’Inter avrebbe continuato a non vincere») che Moratti non ha preso affatto bene, cui ieri hanno risposto tiepidamente Zanetti («Abbiamo vinto nel mondo molti anni dopo il 2006») e Mazzarri: «Le vittorie dell’Inter sono sotto gli occhi di tutti. Come la sua storia, che va difesa e onorata». Oggi la sfida potrebbe essere più equilibrata di quanto faccia pensare la classifica: in fondo da quando ha rilevato il Genoa alla 7ª, Gasperini (oggi 200 panchine rossoblù) ha fatto un punto più dell’Inter (19-18). 

Mazzarri ritrova Milito e medita di schierarlo dal 1’ insieme a Palacio. Al solito il tecnico nerazzurro digrigna i denti, in bilico tra difesa e attacco un po’ come le sue squadre: «Il nostro cammino finora è buono. Non mi sono piaciuti i pareggi contro Samp e Parma ma abbiamo perso solo tre partite. Mai stati in balia degli avversari. Ho rilevato un gruppo nuovo, abituato ad altri metodi. Poi c’è stata una flessione per colpa del mercato, che ha distratto qualcuno». Poi rievoca senza volerlo quella vecchia volgarotta freddura del nonno e del flipper, infilandosi nel periodo ipotetico dell’irrealtà: «Se avessimo 6 punti in più si parlerebbe di campionato fenomenale». Lo perdoniamo: una vittoria nelle ultime sette partite preoccuperebbe chiunque.