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Repubblica – Napoli-Inter, il veleno siede in panchina. Una vigilia ad alta tensione…

Quanti saranno gli intelligenti al San Paolo, stasera? Lo deciderà l’applausometro o il fischiometro, stando almeno al codice di Walter: «Il Napoli ha milioni di tifosi, molti verranno allo stadio. Credo che le persone intelligenti ed...

Francesco Parrone

Quanti saranno gli intelligenti al San Paolo, stasera? Lo deciderà l’applausometro o il fischiometro, stando almeno al codice di Walter: «Il Napoli ha milioni di tifosi, molti verranno allo stadio. Credo che le persone intelligenti ed equilibrate sappiano riconoscere i meriti o i demeriti di un allenatore come me». È la vigilia di Napoli-Inter e del ritorno di Mazzarri al San Paolo, dopo quattro anni di ottimo lavoro e sei mesi buoni, gli ultimi, di frecciate, frecciatine e pugnalate ricevute da De Laurentiis, che non ha perdonato al tecnico un addio mai veramente chiarito nei tempi e nei modi. Se e quanto gliel’abbia perdonato il pubblico lo scopriremo in campo: si annunciano almeno 50.000 persone, che in questi tempi grami sono un pienone, ma c’è incertezza sull’accoglienza riservata a Walterone, alcuni fischieranno e altri gli regaleranno fiori, insomma la vedremo. 

È anche la prima di Rafa Benitez contro l’Inter, che fu sua per sei mesi nel 2010 prima che il rigetto del gruppo diventasse ufficiale nella notte di Abu Dhabi, a Mondiale appena vinto, quando Rafone mandò a quel paese tutti, e tutti — Moratti in primis — furono felici di ricambiare. Al di là degli allenatori, che com’è noto non vanno in campo anche se le loro storie riscaldano le vigilie, ci sarà una partita di un certo interesse tra due squadre in cerca della retta via,di recente smarrita: a parte l’impresa (però con lacrime finali) contro l’Arsenal, il Napoli ha vinto solo una delle ultime quattro di campionato proprio come l’Inter, reduce da tre brutti pareggi. Che sia una vigilia non comune lo rivelano vari fatterelli: Mazzarri ha optato per un hotel in zona Fuorigrotta e non nei soliti di fronte a Castel dell’Ovo, dove rischierebbe di incrociare De Laurentiis che lì è di casa; a differenza delle ultime gare di campionato, Benitez ha portato in ritiro i giocatori; nella rifinitura a Castel Volturno hanno potenziato i controlli per disinnescare le spie di Mazzarri, che di certe cose è maestro e a Napoli lo sanno più che bene. Benitez è ancora senza Hamsik e con Reina, Behrami e Pandev non in perfette condizioni; Inter col dubbio Rolando-Juan Jesus e il ritorno tra i convocati di Icardi, raggiunto dai dardi di Cupido e solo di recente ripresosi.

Loro, i tecnici a confronto, tarano le dichiarazioni per non infuocare il sabato e gli ex presidenti, rivendicando i rispettivi meriti quando allenavano l’altra squadra. Mazzarri: «Quando ho preso il Napoli era all’anno zero, un po’ come qui all’Inter, e credo di aver svolto un buon lavoro. In ogni piazza in cui ho lavorato le tifoserie mi hanno voluto bene. La scelta di una persona andrebbe sempre rispettata: mi considero tranquillo, leale, coerente e professionale. Le polemiche dentro l’Inter? Per prima cosa la squadra sta andando oltre le aspettative estive, non dimentichiamolo. E stanno tirando fuoripolemiche per destabilizzarci», però l’acqua si sta intorbidando eccome (non a caso Mazzarri ribadisce di volere chiarezza dal club), e solo i risultati potrebbero far tornare un po’ di serenità. Al solito pacioso Benitez: «Mazzarri qui ha svolto un grandissimo lavoro. Nei miei sei mesi all’Inter ho conquistato due titoli e realizzato profitti per 30 milioni con la qualificazione con una giornata d’anticipo agli ottavi di Champions. Il bilancio non era certo negativo». 

È negativissimo quello dell’Inter a Napoli: non vince dal 1997, poi otto confronti (più due di Coppa Italia) senza sorrisi, a parte una vittoria ai rigori. Qui sono caduti Mancini e Mourinho (sempre puniti da Zalayeta), Ranieri e Stramaccioni, mentre Leonardo raccolse un pareggio amichevole da fine campionato. Anche per queste cifre la vigilia di Walterone dev’essere molto più tumultuosa di quanto lui dia a vedere: cosa direbbe, o farebbe, in caso di vittoria dopo 16 anni, e proprio contro il suo Napoli?