Abbiamo una fame pazzesca». Parla dei suoi giocatori, ma anche di sé. Le fauci spalancate per l’ambizione, del resto, le ha da sempre, anzi non si è mai creato il problema di ostentarle. Dunque c’è il sospetto che l’appetito non si sazierà con questo terzo posto, che per lui è solo l’olivetta dell’aperitivo, eppure Strama ha imparato a sue spese che in serie A bisogna andare per gradi, un passo alla volta, secondo natura e quindi senza salti, altrimenti ci si fa male, malissimo. Altrimenti si fa la fine di Giulio Cesare, o di Andrea Stramaccioni quando allenava l’Inter: salire molto in alto e goderne l’ebbrezza al punto da sottovalutare o sottostimare le congiure, e così finire pugnalato dal collegio senatorio tutto, proprio voi, padri miei, figli miei. Ma era un’Inter sbagliata e a fine ciclo, non voleva gestori né consoli, voleva solo consumare se stessa e chi si azzardava a mettere ordine. Non era un’Inter per Stramaccioni, pastore di anime giovani e giovane lui stesso, con tante cose da imparare insieme al suo gregge, e all’epoca esordiente assoluto a certi livelli, mandato allo sbaraglio in un recinto di leoni travestiti da pecorelle.
ultimora
Repubblica – Udine terza e felice. La nuova fame di Stramaccioni…
Abbiamo una fame pazzesca». Parla dei suoi giocatori, ma anche di sé. Le fauci spalancate per l’ambizione, del resto, le ha da sempre, anzi non si è mai creato il problema di ostentarle. Dunque c’è il sospetto che l’appetito non si...
Questa Udinese, piuttosto, appare ben più adatta a lui e al suo percorso. Un progetto di crescita, un nugolo di giovani e pochissimi anziani, un ambiente disteso, pochi riflettori addosso, molto lavoro silente che chi sa lavorare, e Strama è tra questi, può far fruttare. Ora eccoli lassù, 9 punti in quattro partite, tre vittorie e una sola sconfitta, ma in casa della Juventus. E l’ultima vittoria nella sua Roma e nel suo stadio, dove da allenatore dell’Inter era uscito sempre grattandosi pensosamente la zucca. «Vincere qui mi dà un gusto particolare, è lo stadio in cui sono cresciuto. E contro la Lazio poi perdevo sempre», perché il riferimento, obbligato, va sempre a quella stagione disgraziata, con gli ultimi tre mesi a guidare una truppa di fatto ammutinata anche se ufficialmente infortunata, e dover giocare ogni volta con Rocchi e Alvarez in attacco non fu il massimo della vita. Contro la Lazio ha vinto con un gol di Thereau, e anche lì la lingua torna a battere nel solito posto: «Mi è sempre piaciuto Thereau, lo avrei voluto all’Inter come vice-Milito», ma l’infernale giochino dei veti incrociati non glielo permise. Acqua passata, forse. Il presente è Udinese, dunque Pozzo, il presidente che ha tolto Stramaccioni dal freezer lungo un anno cui l’esonero dall’Inter l’aveva costretto: «Sono riconoscente a Pozzo, ha un progetto chiaro ed esemplare: almeno 40 punti per la salvezza, valorizzare i giovani, far divertire il pubblico se possibile. Qui abbiamo un ottimo mix tra giovani emergenti e i veterani, che sono Di Natale, Pinzi, Domizzi e Danilo. Abbiamo una fame pazzesca. Tutti vogliono mettersi in mostra».
Non ha toccato la difesa a tre lasciatagli in eredità da Guidolin, ma intanto a Roma è passato ai 4 per un’emergenza dettata dagli infortuni eppure il reparto non ha sofferto. Il suo vice è Dejan Stankovic, a lui vicinissimo, assai prezioso nei colloqui con i giocatori e come consigliere tout court. In porta ci sono i 29 anni del greco Karnezis, che ai Mondiali ha dimostrato di conoscere il mestiere, e non i 18 di Scuffet, ma per chi frequenta gli allenamenti non è una sorpresa: pare che il fanciullo abbia ancora molto da imparare a livello di tecnica di base, e forse ha sbagliato a non accettare la cessione all’Atletico Madrid. Intanto, eccoli terza forza del campionato. E lunedì c’è Udinese-Parma. Quindi Strama contro Cassano, uno dei primi congiurati di due anni fa. Poi, per i giochi del destino, hanno finito per avere lo stesso manager. Ma la vita è così, a volte ti beffa, a volte restituisce. E un giorno, chissà, l’Inter potrebbe anche tornare a far parte della vita di Stramaccioni. Ne riparleremo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA