Dopo il malore accusato durante Danimarca-Finlandia, Eriksen si è ripreso dopo 12' ed è stato portato al Rigshospitalet distante solo un km dallo stadio, un'eccellenza della medicina.
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Eriksen salvato al Rigshospitalet. Un’eccellenza della medicina in Danimarca
Il centrocampista dell'Inter ha accusato un malore durante la gara con la Finlandia ed è stato portato nel vicino ospedale
"Il Rigshospitalet, spesso abbreviato in RH, è superspecializzato. È affiliato all’Università della città, sede di ricerche e insegnamento e ha un ottimo, come si è visto anche nel caso di Eriksen, dipartimento dedicato alle emergenze. La costruzione adesso è moderna oltre che molto vasta, ma la sua storia come spesso capita è antica. È stato fondato a metà Settecento e la sua sede era in quello che è il pieno centro di Copenhagen. Ecco, se il Rigshospitalet fosse stato ancora lì, dove ora si trova il museo dell’arte e del design, probabilmente il recupero di Eriksen non sarebbe stato così semplice. La decisione nei movimenti di Kjaer e poi la vicinanza dell’ospedale e la bravura del personale hanno fatto la differenza: dentro ci sono oltre mille letti e vengono curati oltre quattrocentomila pazienti l’anno. Su uno dei tetti c’è un eliporto per le emergenze. Nel complesso ospedaliero lavorano ottomila persone. Un esercito ben collaudato, al quale in qualche modo Eriksen deve la vita", spiega La Gazzetta dello Sport.
"Curiosità: l’ospedale di Copenaghen è stato la location per una miniserie televisiva a tinte horror diretta da un regista di culto come Lars von Trier. la prima parte fu girata nel 1994 e la seconda nel 1997, avendo anche un “remake” statunitense nel 2004. Ma è di qualche mese fa la notizia che il regista danese sta per girare alcuni episodi della serie, che dovrebbero andare in onda il prossimo anno. Il titolo, al momento, sembra essere “The Kingdom Exodus”. Occhio, però, l’ospedale di Copenaghen non è solamente luogo di storie di fantasmi, ma anche di liete novelle. Non è un caso, infatti, che sia soprattutto il luogo preferito per far nascere i bambini della famiglia reale. Praticamente gran parte dei “royal baby” danesi è venuta al mondo lì. Tra questi, i principi Frederik e Joachim, così come poi Christian, Vincent, Isabel e Josephine. Basta così? Niente affatto dopo è toccato nascere in quell’ospedale anche a Nikolai, Felix, Henrik e Athena. Insomma, in oltre 250 anni di storia, il Rigshospitalet ha celebrato anche molti lieto fine. Eriksen, ne siamo convinti, se lo ricorderà a lungo", aggiunge il quotidiano.
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