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Rossi: “Inter, Lautaro mi somiglia. Lukaku trascinatore. Per lo scudetto…”

Le parole dell'ex campione del mondo nel corso dell'intervista concessa alla Gazzetta dello Sport

Daniele Vitiello

Nel corso di una lunga intervista concessa alla Gazzetta dello Sport, Paolo Rossi ha parlato della lotta a tre per il tricolore tra Juventus, Inter e Lazio e di altri temi caldi del nostro campionato.

I bianconeri sono favoriti anche oggi?

«Sì, ma con qualche dubbio perché finora hanno balbettato un po’. Non si è vista la netta superiorità degli altri anni. Lazio e Inter sono rivali veri e credibili per il titolo. E per noi che guardiamo è più divertente».

Si percepisce un giudizio piuttosto negativo su Sarri. Lo condivide?

«La gente mugugna perché non vede quel gioco spettacolare o almeno divertente che si aspettava. Il peccato di Sarri, se vogliamo chiamarlo così, è proprio l’attesa che lo circondava. In realtà è cambiato pochissimo rispetto alla gestione di Allegri. Alla fine nel calcio contano i risultati e Sarri è comunque in testa. Valuteremo a giugno».

Tra Conte e Inzaghi chi l’ha sorpresa di più?

«Entrambi. Conte si è confermato tecnico di valore assoluto: riesce sempre a ottenere il massimo dai giocatori e non lascia niente al caso. Inzaghi migliora anno dopo anno e adesso è sicuramente uno degli allenatori più bravi».

L’Inter ha margini di miglioramento rapidi, ossia che possono incidere nella lotta per lo scudetto?

«Credo di sì, perché i nuovi acquisti devono assimilare meglio il gioco. Ed Eriksen l’abbiamo visto pochissimo: lui può garantire una svolta dal punto di vista qualitativo».

Immobile, Ronaldo, Lukaku: tre modi diversi di essere centravanti.

«Ronaldo è bionico: sono impressionato dal suo rendimento fisico-tecnico e dal modo in cui è sempre concentrato. Sembra un ventenne. Immobile è nel pieno della maturità e ha trovato un feeling splendido con Luis Alberto e Milinkovic. Ciro ha bisogno di essere supportato ed è bravissimo a esaltare il lavoro dei compagni. Lukaku garantisce un numero discreto di gol e poi fa un lavoro mostruoso: è un trascinatore».

Manca un centravanti alla Pablito?

«Eh sì, perché io avevo caratteristiche diverse. Ero atipico: non avevo il fisico del centravanti ed ero tutto intuizione, rapidità, velocità. Sa chi mi somiglia almeno un po’ in area? Lautaro Martinez. Ha più forza di me nelle gambe, ma ha cattiveria nell’anticipo, grandi doti di intuito e punisce gli errori dei difensori. Anche Mertens è un centravanti atipico e come me ha iniziato da esterno».

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