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Sacchi: “Lukaku un rischio per il Belgio. Ci metterà tanto a tornare in forma”

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Del Mondiale che sta per iniziare e delle favorite per il titolo ha parlato a La Gazzetta dello Sport l'ex ct Arrigo Sacchi

Andrea Della Sala

Del Mondiale che sta per iniziare e delle favorite per il titolo ha parlato a La Gazzetta dello Sport l'ex ct Arrigo Sacchi:

Che ne dice della Germania?

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«Nazionale solida, nella sua storia ha quasi sempre dimostrato di essere competitiva nelle grandi manifestazioni. Difficile che tradisca. Adesso ha cominciato un nuovo percorso con il c.t. Flick, i giocatori non gli mancano».

Chi la incuriosisce?

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«Mi piace molto Kimmich, dà equilibrio alla squadra. E poi c’è Sané che resta un punto interrogativo: se è in giornata però è devastante e l’Inter ne sa qualcosa. La Germania è molto quadrata e anche piuttosto esperta. Secondo me, può arrivare in semifinale».

Passiamo alla Francia campione del mondo in carica.

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«Favorita di diritto. Anche se ripetersi è sempre difficile. Però Deschamps ha a disposizione un gruppo di campioni. L’attacco con Mbappé e Benzema è formidabile. E aggiungo un particolare: Benzema è il centravanti ideale per sfruttare al meglio le qualità di Mbappé, perché è intelligente, gioca per la squadra, sa rientrare, crea spazi».

Dell’Inghilterra che pensa?

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«Quando escono dal giardino di casa raramente gli inglesi fanno bene. Lo dice la storia».

Sacchi: “Lukaku un rischio per il Belgio. Ci metterà tanto a tornare in forma”- immagine 2

Il Belgio ha deciso di chiamare Lukaku. Un rischio?

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«Credo di sì. Non gioca da molto tempo, ha un fisico possente, ci mette parecchio prima di entrare in forma. E vedremo se De Ketelaere fa qualcosa di più di quello che ha mostrato in questa prima parte di Serie A. Il Belgio pratica un calcio collettivo, ha un campione come De Bruyne: non mi sorprenderei se facesse strada a scapito di squadre più rinomate».

La Spagna punta su una nuova generazione. Impressioni?

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«La cosa fondamentale della Spagna è lo stile che si porta dietro da sempre. Tutte le loro squadre giocano nello stesso modo, hanno gli stessi principi tattici, vogliono dominare il campo. Luis Enrique non può che essere avvantaggiato da questa situazione, come lo sono stati i suoi predecessori. Questa sarà una Spagna molto giovane, ma sono proprio curioso di vedere all’opera dei talenti come Rodri, Pedri, Gavi, Soler. E non dimentichiamo che ci sono i grandi “vecchi” come Busquets, Carvajal e Jordi Alba a guidarli».

Sorpresa tra le europee?

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«E se il Portogallo facesse qualcosa di straordinario? Ha una grande squadra».

Il Brasile e l’Argentina sono un gradino sopra, non le pare?

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«Le sudamericane non vincono il titolo dal 2002. La Seleçao ha uno stile di gioco, questo sì. Tite ha a disposizione campioni affermati ed esperti: Thiago Silva, Neymar, Casemiro, Marquinhos, Fred, ma basteranno? Bisognerà vedere anche come reggeranno la pressione, che non sarà poca».

E l’Argentina di Messi?

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«Per lui è l’ultima chiamata: ora o mai più. L’Argentina è un’ottima squadra, dobbiamo osservarla alla prova dei fatti. Può fare tutto così come può fare nulla. È molto italiana, nel senso che tanti giocatori arrivano dalla Serie A».

Di Maria, Dybala, Lautaro: da chi si aspetta di più?

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«Diciamo che un attacco formato da Di Maria, Messi e Lautaro non è male. Sempre che tutti stiano bene».

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