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Sacchi: “Confesso, quando Messi ha alzato la Coppa ho pianto. Tutto torna anche nel calcio”

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Sulle pagine de La Gazzetta dello Sport l'ex ct Arrigo Sacchi ha commentato la finale di ieri decisa da Messi e la vittoria dell'Argentina

Andrea Della Sala

Sulle pagine de La Gazzetta dello Sport l'ex ct Arrigo Sacchi ha commentato la finale di ieri decisa da Messi e la vittoria dell'Argentina:

Prima di tutto, una confessione: quando Messi ha alzato al cielo la Coppa del mondo gli occhi mi sono bagnati di lacrime. Ho pensato a tutto il percorso di Leo, a quello che ha vinto con il Barcellona, ai suoi dribbling, ai suoi gol, ai suoi funambolismi, ai tanti Palloni d’oro sistemati in bacheca, e poi però c’era quella specie di maledizione che non riusciva a scrollarsi dalle spalle: con la Selecciòn non arrivava mai il trionfo più inseguito, più desiderato. Pareva proprio un sortilegio, ed ecco perché quando l’ho visto sollevare felice il trofeo mi sono commosso.

La vita è generosa, il calcio pure: restituisce sempre, o quasi sempre, in base a ciò che si è seminato. E Messi ha seminato allegria nel grande giardino del calcio, ha regalato speranze ed emozioni, ha sudato e ha faticato: questo Mondiale è il premio per un’intera carriera. Troppo spesso è stato costretto a giocare con l’ombra di Maradona che gli pesava sulle spalle, troppo spesso gli hanno chiesto quello che lui, forse, nel momento in cui glielo chiedevano, non poteva dare: e allora si è sentito triste, avvertiva la responsabilità di dare felicità a un intero popolo e il fatto di non riuscirci lo addolorava. Adesso tutta l’Argentina è ai suoi piedi. Non mi va di dire se ha raggiunto Maradona, non ci sto a questi paragoni tra fuoriclasse che appartengono a epoche diverse del calcio. Quello che so è che Maradona è stato un fenomeno, e io l’ho conosciuto bene, e che anche Messi lo è, pur in maniera diversa.

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La finale è stata una partita stupenda, la migliore di tutto il torneo. Azioni da una parte e dall’altra, mai un attimo di respiro. L’Argentina che va avanti, con lucidità e grinta, con azioni ragionate e con un pressing costante e feroce. Si porta sul 2-0, manca poco alla fine dei novanta minuti e pare che nulla possa accadere.

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