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Sacchi: “L’Inter non così inferiore al Liverpool: ad Anfield può farcela”

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Intervenuto sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, Arrigo Sacchi ha commentato così il KO dell'Inter contro il Liverpool

Matteo Pifferi

Intervenuto sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, Arrigo Sacchi ha commentato così il KO dell'Inter contro il Liverpool:

«Lo so che a guardare il risultato c’è da disperarsi, ma io credo che l’Inter, nonostante la sconfitta, non sia così distante dal Liverpool e credo che i nerazzurri potrebbero anche vincere ad Anfield».

L’Inter è caduta proprio nel momento in cui stava producendo il massimo sforzo. Un vero peccato.

«Il calcio è davvero strano. Nel primo tempo il Liverpool ha dominato e l’Inter è stata a guardare, con un atteggiamento molto italiano. Nella ripresa, invece, i nerazzurri hanno tolto la maschera e hanno cominciato a giocare, a tenere il pallone e, di conseguenza, a mettere in difficoltà gli avversari. E poi, quando nessuno se l’aspettava, ecco il gol incredibile di Firmino e lì la partita è finita. Ma il risultato, lo dico subito, è esagerato».

Che cosa alimenta il suo ottimismo?

«La prima parte della ripresa. È quella la strada che l’Inter deve seguire per arrivare ad altissimo livello. E non è lontana. Nel primo tempo, invece, la squadra era troppo timida e attendista, poco coraggiosa. Il Liverpool attaccava con sette o otto giocatori, l’Inter al massimo con due o tre. Quando, nella ripresa, ha avuto il comando delle operazioni ha creato due occasioni in pochi minuti, e il pubblico ha rialzato la testa. Il Liverpool, comunque, è una formazione con i fiocchi».

Cosa le è piaciuto dei Reds?

«Sono un collettivo. Si muovono con sincronismi perfetti, sono sempre vicini, fanno un pressing asfissiante e quindi il ritmo della manovra è sempre elevato. Nei primi 45’ l’Inter ha fatto fatica a tenere la loro velocità, noi italiani non siamo abituati a certe accelerazioni. Ci si difendeva, con più o meno ordine, e si sperava in un contropiede o in un colpo individuale come quello di Calhanoglu che ha preso la traversa».

Dopo l’intervallo è sembrato che l’Inter avesse più coraggio.

«Proprio così. È come se si fosse stancata di subire e di soffrire e avesse deciso di andare avanti per mostrare il suo vero valore. Questo deve continuare a fare. Sono undici anni che le squadre italiane non vincono nulla in Europa, e meno male che c’è stata la Nazionale di Mancini che ha conquistato l’Europeo con merito. Ma dobbiamo credere maggiormente in noi stessi, nelle nostre potenzialità e nelle nostre qualità. Lo ripeto: l’Inter può vincere ad Anfield. Non è inferiore per qualità individuali al Liverpool, semmai patisce la differenza di mentalità e di approccio alla partita».

Dove deve migliorare la squadra di Inzaghi?

«Nel pressing. Ci si deve lavorare sopra con impegno e con intensità. Il pressing è fondamentale perché ti consente di essere protagonista anche quando il pallone ce l’hanno gli avversari e li costringi a giocare come vuoi tu. L’Inter fa ancora poco pressing, deve aumentarlo. Recuperare in fretta la palla è importante perché ti permette giocate improvvise. Nel secondo tempo ho visto che i nerazzurri hanno alzato il baricentro e hanno dato più fastidio al Liverpool nella costruzione della manovra».

A chi il voto più alto tra gli inglesi?

«Alla squadra. Dico così perché non c’è un giocatore che ha sovrastato per bravura i compagni. Ad esempio Salah e Manè non hanno fatto cose strabilianti, e pure i due terzini, che a me piacciono tantissimo, non sono stati continui. Il collettivo, però, è stato determinante: sempre le giuste distanze tra i reparti, sempre uno vicino all’altro, sempre pronti al pressing».

E dell’Inter chi l’ha impressionata?

«Perisic, soprattutto. È stato bravissimo. E anche Brozovic, che non mi delude quasi mai. I difensori hanno sofferto un po’, ma non hanno concesso grandi occasioni. Forse là davanti si poteva fare qualcosa di più, ma nel primo tempo l’Inter ha attaccato con pochissimi uomini e allora tutto diventa difficile».

Obiettivamente, però, il 2-0 è una mazzata che chiude le porte della qualificazione. Non crede?

«No, non credo. L’Inter, se gioca come nella ripresa, può vincere a Liverpool. I nerazzurri, per crescere, hanno bisogno di queste sfide. È quando affronti grandi squadre come il Liverpool che misuri il tuo valore e capisci a quale punto sei. Io penso che i nerazzurri siano a un passo dalla vetta: si tratta di avere una maggiore autostima e di volere davvero essere protagonisti e padroni del gioco. Così si diventa ottimisti e anche vincenti».

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