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Samaden: “Il segreto dei nostri giovani? Si chiama…Moratti”

Ventidue anni all’Inter su 46. Roberto Samaden è nerazzurro dal 1990, quando era in campo ad allenare, ovviamente i ragazzi. Poi, dal 2005, responsabile delle attività di base. Quindi, dal 2010, direttore del Settore Giovanile con sette...

Eva A. Provenzano

Ventidue anni all'Inter su 46. Roberto Samaden è nerazzurro dal 1990, quando era in campo ad allenare, ovviamente i ragazzi. Poi, dal 2005, responsabile delle attività di base. Quindi, dal 2010, direttore del Settore Giovanile con sette titoli nel curriculum (The NextGen Series, 3 scudetti, 1 torneo di Viareggio, 2 edizioni del torneo Arco di Trento).

Samaden: dove e come nasce, nel Settore Giovanile, la stagione dei record?

"Da un lavoro avviato nel febbraio 1995, con il ritorno all'Inter della famiglia Moratti: il Presidente ha dato subito una spinta importante per la ricostruzione. Quindi il lavoro è continuato, con una notevole spinta verso l'alto - per risultati, programmazione e qualità - con le direzioni di Giuseppe Baresi e di Piero Ausilio. Poi, con l'arrivo nel 2006 di Ernesto Paolillo, una nuova ulteriore spinta decisiva, sempre per volontà di Massimo Moratti. Questa stagione davvero bellissima ha dunque radici lontane e profonde: i risultati sono logica conseguenza di un lavoro serio, programmato, mirato. Tutto parte con le attività di base, con l'opera di Giuliano Rusca e del suo team: non a caso per noi è importante sottolineare che nove undicesimi della formazione di partenza dei Giovanissimi che hanno vinto ieri lo scudetto arrivano dalle attività di base, dai Centri di Formazione, dalle Scuole Calcio. A questo eccezionale lavoro, che vogliamo continuare ad alimentare e migliorare, va aggiunto quello, stagione dopo stagione, degli inserimenti, ovvero dello scouting, portato avanti da Pierluigi Casiraghi, con Beppe Giavardi e Paolo Manighetti, e dell'organizzazione generale, di Alberto Celario".

Quindi non c'è un segreto...

"C'è, eccome se c'è: si chiama Massimo Moratti. È la forza che il Presidente trasmette a tutta la società, il suo credo nel Settore Giovanile che è contagioso per tutti e che genera un ambiente fantastico nel nostro gruppo di lavoro".

La più sorprendente delle quattro vittorie 2011-2012?

"Sinceramente quella della NextGen, sia per come era iniziata, con una pesante sconfitta, sia perchè era la prima volta che provavamo l'Europa in una competizione ad altissimo livello. E poi devo anche ricordare che, nelle ultime stagioni, in Italia, tante volte eravamo arrivati alle finali di categoria, quindi siamo sempre stati competitivi, ma nel calcio, soprattutto a livello giovanile, questo non fa esclusivamente rima con vittoria del campionato o del torneo. E comunque le vittorie stagionali per noi sono cinque... ".

Cinque?

"Sì, noi del Settore Giovanile consideriamo una vittoria importante e significativa, per la stessa essenza del nostro lavoro, l'arrivo in prima squadra dell'allenatore della Primavera, Andrea Stramaccioni".

Oggi che valore percepito ha, nel mondo calcio in Italia e in Europa, il Settore Giovanile dell'Inter?

"In Italia è indiscutibilmente posizionato da tutti gli esperti al vertice e in Europa la considerazione è molto buona e in crescita, lo notiamo dagli inviti ai convegni e ai tornei: ci vogliono incontrare per conoscere e studiare il nostro modello di lavoro".

I risultati, stagione dopo stagione, sono andati aumentando: come si può migliorare ancora il primo Settore Giovanile in Italia e il primo della storia Campione d'Europa?

"Possiamo migliorare continuando a lavorare con la serietà, la dedizione e l'umiltà che ci hanno accompagnato in questi anni. E con il gruppo che abbiamo costruito e che crede veramente in questi tre valori fondamentali, che sono alla base di tutto. Poi, si può vincere e si può perdere, ma credo che la produzione di calciatori non calerà mai, anzi migliorerà sempre di più".

Infine. Un altro prodotto del Settore Giovanile, Antonio Manicone, ha fatto carriera: sarà il vice allenatore in Serie A della Lazio.

"Colgo l'occasione per fargli un grande in bocca al lupo, per ringraziarlo del lavoro svolto con noi. Il suo approdo a una panchina di Serie A è la dimostrazione che, oltre a produrre risultati e calciatori, andiamo bene anche con i tecnici. Stramaccioni, Baresi, sino a qualche mese fa Bernazzani, il preparatore Stefano Rapetti: tutti hanno fatto il salto dal Settore Giovanile alla nostra prima squadra. Dopo aver guidato la nostra Primavera, Fulvio Pea è stato protagonista in Serie B con il Sassuolo alla sua prima stagione 'da titolare' nel grande calcio e nella prossima stagione allenerà il Padova. Adesso Manicone vice allenatore alla Lazio... Non è poco".