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Sarri, frecciata a Inter e Milan: “Fedeltà nel calcio? A Milano molti giocatori sono…”

Le parole del tecnico del Chelsea a proposito di fedeltà e tradimento nel calcio

Redazione1908

Maurizio Sarri si è raccontato in una lunga intervista a Vanity Fair. L'allenatore del Chelsea, accostato prepotentemente alla panchina della Juventus, ha toccato tutti i temi a lui cari per quanto riguarda il calcio: "Che cos'è la fedeltà nel calcio oggi? È dare il 110% nel momento in cui ci sei. Il calcio l'ho attraversato tutto, a volte certe situazioni ti devastano. Che vuol dire essere fedele? E se un giorno la società ti manda via? che fai: resti fedele a una moglie da cui hai divorziato? L'ultima bandiera è stata Totti, in futuro ne avremo zero. Per un allenatore è impossibile. Un traditore? Lo è chi si sottrae. Chi fa prevalere l'obiettivo individuale sull'obiettivo collettivo. Perciò a me delle maglie piace la metà davanti, dove c'è lo stemma della società. Dietro c'è il nome del giocatore: quel lato mi interessa meno. Giusto dichiarare un altro amore e baciare un'altra maglia? Perché privarsi di un atto d'amore in previsione di quello che succederà forse fra dieci anni? A Milano molti giocatori sono passati da qua a là. Sarebbe meglio non farlo in modo diretto, ma nel corso di una carriera può succedere".

E a proposito del giornalismo sportivo Sarri parla delle critiche che un tecnico si vede spesso rivolgere: "Voi date i voti senza conoscere il contesto. Leggo certe pagelle: 5, non spinge. E se gli ho chiesto io di non spingere, come la mettiamo? Oggi pare che dipenda tutto dagli allenatori. I giocatori vivono con noi due ore, nelle altre 22 hanno condizionamento che non gestiamo. Certi discorsi mi fanno ridere. Tutti sanno che non è un cambio a far vincere ma si continua a scriverlo. Fa parte del circo. Ognuno ha il suo ruolo. Come quelli convinti della necessità di giocare male. Altro luogo comune. Un allenatore oggi è un uomo solo. Può avere tutti i collaboratori del mondo ma neutro la stanza delle scelte entra senza compagni. Prende 100 decisioni e sa che 10 le sbaglierà. Questo è un lavoro che si può fare solo lasciandosene ossessionare. Momenti di decantazione non so trovarne".

(Vanity Fair)

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