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Scariolo: “Inter, non firmo per il pari. Barella da NBA. Uomo partita? Dico…”

Scariolo: “Inter, non firmo per il pari. Barella da NBA. Uomo partita? Dico…”

Il tecnico della Virtus Bologna, tifosissimo nerazzurro, dice la sua in vista del match contro il Real Madrid

Fabio Alampi

Sergio Scariolo, tecnico della Virtus Bologna e tifosissimo dell'Inter, ha concesso un'intervista a Tuttosport in vista del match di Champions League contro il Real Madrid: "Mi ha chiamato un amico, Nicola Berti, chiedendomi di accompagnarlo allo stadio. Non potevo dirgli di no. Ho voglia di vedere una bella partita. Si affronteranno due squadre che giocano bene a calcio, che fanno divertire. Incontri come questi sono sempre gare di grandissimo richiamo. Nonostante sia l'esordio europeo e mancherà la parte drammatica che si sarebbe potuto avere più avanti nella competizione. Sempre meglio partire col piede buono, anche se il Real è la mia seconda squadra. Alla fine ne vincerà solo una: speriamo sia l'Inter".

Che tipo di partita si aspetta?

"Sono due squadre che giocano "guardando avanti", ci saranno molte occasioni da rete, da una parte e dell'altra, non mi aspetto uno 0-0. Credo che alla fine chi avrà la maggiore solidità difensiva avrà maggiori possibilità di ottenere la vittoria. Sarebbe importante schierare Bastoni, con De Vrij e Skriniar, nonostante Benzema e Vinicius, potremmo contare su un trio difensivo di livello".

Firmerebbe per il pari?

"No, si gioca per vincere, soprattutto quando ricevi i tuoi avversari a casa tua. Mettere in cassa tre punti alla prima partita europea, sarebbe un grande passo per il girone".

Cosa ne pensa di Simone Inzaghi?

"Con lui sono legato a ricordi di vacanze estive, dalla Sardegna a Milano Marittima. Memorie di gioventù spensierate di uno sportivo comunque sempre con un certo stile. Professionalmente poi, che è quello che conta, mi sembra abbia affrontato alla grande la transizione da allenatore a giocatore. Si è saputo adattare a situazioni, budget e quantità di talento diverso nelle varie annate, riuscendo sempre a tirare fuori un ottimo rendimento per le sue squadre. Per una qualità importantissima, vedendo l'Inter attuale".

È l'allenatore giusto quindi per i nerazzurri?

"Per me il tecnico che guida l'Inter è sempre quello giusto. Nello specifico ho molta fiducia in Simone".

Con Inzaghi proseguirà il ciclo iniziato da Conte o dovrà per forza cominciarne un altro?

"L'allenatore è una figura determinante in un progetto sportivo. Ma è anche vero che il grosso della squadra è rimasto inalterato. E anche alcune idee di strutture restano simili. Si fa fatica a parlare di una continuità del ciclo in virtù dell'allenatore nuovo, ma lo zoccolo duro della rosa immutato non permette nemmeno di riferirsi ad un anno zero".

Che obiettivi deve porsi l'Inter?

"Sostenere che debba vincere per forza lo scudetto sarebbe ingeneroso. Penso che i nerazzurri debbano provare a competere per lottare per il titolo, che d'altra parte è nel dna dell'Inter. Poi in Champions ovviamente sarebbe bello se si riuscisse a passare il girone".

Chi è il suo giocatore preferito dell'Inter attuale?

"Apprezzo Barella, Lautaro, Bastoni, De Vrij, Skriniar, anche Handanovic a prescindere dalle critiche di questi giorni. Non potrei citarne uno, credo l'Inter abbia una rosa di giocatori di livello alto".

Il suo amico Berti ha indicato Barella come il suo erede.

"Un paragone che ci sta. Per energia, istinto, capacità di coinvolgere la gente, interismo e capacità fisico atletiche".

Con quale atleta del mondo del basket potrebbe essere paragonato Barella?

"Con qualsiasi top della NBA".

È deluso dal comportamento di Lukaku?

"Se una società ha coincidenze e interesse con un giocatore nella via di uscita, non ci si deve scandalizzare o strappare i capelli. Non mi risulta ci fosse un veto totale per la sua cessione, né lui abbia forzato la sua uscita".

Senza Lukaku e Hakimi, l'Inter può compattarsi e trovare una forza insperata?

"A volte succede. Questa sensazione di rivalsa nel voler mostrare che il successo dell'anno scorso non fosse dipeso solo da chi è andato via. Certo, il talento ha il suo peso sul risultato finale. Ma attenzione: non ci sarà di sicuro quel senso di appagamento che molte volte prende le squadre che hanno vinto un titolo. Questa sindrome della pancia piena non potrà esistere".

Chi può essere l'uomo partita?

"Lautaro. L'ho visto tonico, è un giocatore che può cambiare sempre il senso di ogni gara. Speriamo ce la faccia domani. Lui o qualche altro suo compagno".

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