Tra le pagine dell'edizione odierna del Corriere della Sera, Mario Sconcerti, giornalista, ha analizzato il momento di difficoltà di Inter e Milan in vista del derby di domani sera. Questo il commento sui nerazzurri: "La prima cosa osservabile oggi è che Milan e Inter sono due squadre lunghe. Significa che lasciano troppo spazio tra un reparto e l'altro, questo aumenta le difficoltà nel costruire gioco e apre ai contropiedi di avversari facili che partono dal basso. A Genova l'Inter ha fatto una partita quasi onesta per il periodo, ma ha rischiato troppo contro una squadra che segna pochissimo. E non è mai stata arrogante, mai con la sicurezza di chi si sente più forte. L'Inter migliore è rimasta alla vigilia della partita con il Liverpool. Poi non l'ha soltanto persa, si è sentita inferiore.
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Sconcerti: “Inter, Conte avrebbe rivoltato lo spogliatoio. Ecco perché la crisi”
L'analisi del giornalista: "L'Inter migliore è rimasta alla vigilia della partita con il Liverpool. Poi non l'ha soltanto persa, si è sentita inferiore"
Conte avrebbe rivoltato lo spogliatoio incendiando l'orgoglio di tutti, Inzaghi e l'ambiente sono stati invece consolatori. Ma una squadra sa quando è fuori misura, lo sente dalla fatica che fa a trovare l'avversario. Lì si è spenta un'idea di futuro, una parte di progetto. Questo ha subito ingrigito i più dotati, i più sensibili alle grandi illusioni: si sono persi Barella e Calhanoglu, idea e istinto del gioco. Certo, sono stanchi, ma soprattutto sono stupiti, come avessero perso l'illusione di essere immortali. Tutto quello fatto nel tempo li aveva portati a vedere il Liverpool vincere in scioltezza a casa loro. Non è stanchezza, è confusione, non capire perché, cosa sei davvero.
Non è un segreto del calcio, capita a ognuno di noi. Avesse battuto il Liverpool, oggi l'Inter avrebbe 4-5 punti in più e non sentirebbe nessuna fatica. Poi c'è il problema del gol, che è di Lautaro, ma anche di Sanchez e Dzeko. Nelle ultime otto di campionato tra gli attaccanti ha segnato solo Dzeko e appena due gol. Quando la crisi è generale vuol dire che alla fonte c'è un problema di gioco. Quello di Inzaghi tende a escludere sia Lautaro che Sanchez perché pieno degli scatti di Perisic e Dumfries che si chiudono con palloni al centro adatti solo a Dzeko.
Lautaro e Sanchez sono in una zona di campo neutra, perduta tra la spinta di Calhanoglu e Barella e i palloni tesi degli esterni. Guardano il gioco da un punto vuoto. Quando si è fuori pensiero è questo che capita, si diventa tutti più lenti e inadatti. Va aggiunto che Brozovic ormai è marcato a uomo davanti alla sua area. Questo lo costringe a fare il giro più lungo nel cominciare il gioco. C'è troppo spazio tra lui e Barella, poi tra lui e la linea di difesa. Questo a sua volta apre spazio ai contropiedi. In sostanza l'Inter da due mesi è una squadra fuori asse. Non sarà sempre così, il calcio è anche caso e il caso si moltiplica quando si hanno buoni giocatori come l'Inter. Ma adesso va così", ha concluso.
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