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Sconcerti: “Griezmann è un Giaccherini più tecnico. Hanno la stessa generosità”

Antoine Griezmann

L'attaccante dell'Atletico Madrid ha deciso la semifinale contro la Germania con una doppietta

Daniele Mari

"Mario Sconcerti, dalle colonne del Corriere della Sera, ha commentato così la vittoria della Francia sulla Germania nella semifinale degli Europei: "La Francia va in finale giocando esattamente come l’Italia, ha perfino segnato su rigore come l’Italia. La differenza tra noi e loro è stata la capacità di ripartire, la qualità dei fantasisti francesi. Griezmann è ormai un giocatore di livello internazionale, un Giaccherini con grandi qualità offensive e stessa generosità. Giroud è uno dei pochi centravanti rimasti, non amato dalla sua gente ma sempre voluto dai suoi tecnici, un «brutto» indispensabile. Payet ha fatto quasi il terzino, ma ha permesso agli altri di ripartire. È stato soprattutto Deschamps ad assomigliare a Conte. Gli viene bene, ha molta italianità dentro Deschamps, perché è intelligente e da noi ha imparato la parte migliore del calcio, la pazienza. Non si può giocare a calcio con la Germania, giocano meglio loro. Non si può cercare di costruire troppo, tengono di più il pallone, ritornano in tanti, hanno un bisogno fisico di fare loro la partita.

"Si può solo aspettarli, soffrirli, lasciare che si trovino da soli davanti al loro limite, il tiro in porta. Non hanno una sola punta vera, Draxler è un giocoliere senza gioco, Müller adesso non c’è, non capisce cosa sia rimasto di lui, del suo senso del gol. L’unica cosa che serve per fermare il resto della Germania è una di quelle grandi tende estive che si aprono al vento dei salotti. Un catenaccio insomma, in dieci dietro la linea del pallone ma pronti a scappare in quattro subito in avanti. Questo ha fatto la Francia, si è finta bambina. Non è, come dice la stampa francese, una squadra di sole fiammate. La Francia vuole che l’avversario venga avanti, lo aspetta per andargli oltre. Usa i suoi mezzi, è l’unica squadra che abbia giocatori capaci di vincere un dribbling. I tedeschi hanno una sola partita a disposizione, tenere palla, giocare bene inutilmente, dove serve a poco. Non avevano scelta nella tattica né sul risultato: erano destinati a perdere contro un’Italia più forte dell’Italia. Così, in tutto il suo evolversi il calcio conferma la sua vecchia eternità. Basta un attaccante vero, agile, fantasioso come Griezmann per arrivare in fondo al tempio. Non so se sia una consolazione tardiva per noi, ma resta una grande verità"

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