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Sconcerti: “Inter-Milan? Abbagliante e un po’ inquietante giocarlo con…”

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Le parole del giornalista: "Stiamo vivendo una stagione magra, piena di cose incomplete, in fondo alla quale navigano la vecchia ricchezza dell'Inter"

Marco Astori

Tra le pagine dell'edizione odierna del Corriere della Sera, Mario Sconcerti, giornalista, ha parlato così del derby di questa sera tra Inter e Milan e del momento del calcio italiano: "Milan e Inter sono adesso da sole in testa alla classifica. Il Napoli è lontano, la Juve quasi non si vede più. È un buon risultato di classifica, non di forza. Inter e Milan stanno andando avanti da 13 partite con una media punti inferiori ai 2 a partita, minimo sindacale non per vincere, ma per essere considerati ancora solo competitivi. L'unica che ha superato i 2 punti è la Juve, l'unica che li ha raggiunti è la Roma. Meglio di Inter e Milan ha fatto anche la Fiorentina con 24.

Stiamo vivendo una stagione magra, piena di cose incomplete, in fondo alla quale navigano la vecchia ricchezza dell'Inter, i 500 milioni con cui Suning costruì la squadra di Lukaku e Barella prima del rovesciamento di confini deciso dal governo cinese, e indubbiamente la tranquilla navigazione del fondo Elliott. Così questo è già un momento vecchio, si gioca per il meglio di ieri, domani è un nuovo giorno sconosciuto. L'Inter deve decidere se è conveniente viverlo nei dubbi degli Zhang, il Milan nel fascino tenebroso dei nuovi padroni promessi.

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Nessuno può dare garanzie di famiglia a nessun club, qualcuno può al massimo promettere soldi. Di solito bastano per qualche anno, poi non risolvono e lasciano davanti a interlocutori sconosciuti. In pochi anni abbiamo conosciuto molte situazioni, dovrebbero se non altro garantire prudenza, mai darsi completamente al nuovo padrone, meglio prima vedere cammello.

Ma il calcio non è mai stato razionale. Resta solo abbagliante e un po' inquietante giocare oggi un derby della Madonnina con un padrone cinese e uno omanita (in arrivo). Chissà cosa direbbe Alberto da Giussano. Il calcio è ormai un gioco poligamo, si va avanti cercando continuamente un'altra moglie. Il dialetto resta solo nel derby, l'ultima cosa davvero fra noi, per noi, con gli striscioni di Cascina Gobba, Segrate, Rogoredo. Il resto è una promessa continua, un darsi a chi ci compra. Per arrivare dove? Non ho mai amato Berlusconi, ma ora lo ricordo come il feticcio di una grande fede scomparsa".

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