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Sconcerti: “L’Inter è umile e si adatta ai suoi limiti: con la Roma ha subito come…”

Il giornalista, poi, aggiunge: "Dopo la sconfitta della Juve con la Lazio inizia un altro campionato"

Matteo Pifferi

Sulle colonne de Il Corriere della Sera, Mario Sconcerti ha analizzato il KO della Juventus con la Lazio che ha permesso all'Inter di volare a +2 sui bianconeri:

"Arrivati in pieno dicembre la Juve aveva il diritto di perdere la prima partita e c’è riuscita in pieno ottenendo due risultati: mettersi sulle spalle un secondo piccolo punto dall’Inter e riportando la Lazio dentro la corsa. Non è stata una partita netta come il risultato. La Juve ha giocato un bel primo tempo, la Lazio era timida perché soffocata dal gioco di prima dell’avversario. A far girare la sabbia è stata l’espulsione di Cuadrado a metà della ripresa. Un fallo da ultimo uomo, quindi molto evidente. Da allora la partita non c’è più stata, la Lazio l’ha presa in mano con qualità e ritmo, Milinkovic ha segnato un gol di rara bellezza, Immobile ha sbagliato un rigore e Caicedo ha segnato infine il terzo gol. Della Juve nel frattempo nessuna notizia, come fosse stata sorpresa da se stessa, dalla facilità con cui l’avversario l’aveva ripresa e vinta. È stato un calo netto, non solo fisico, di cui tante altre volte c’erano stati segni, ma che da qualche domenica si stava facendo quasi assillante".

SULL'INTER - "Ora l’Inter è più sola e direi anche molto più dentro il campionato. L’Inter è umile, ha lasciato giocare sempre la Roma venerdì scorso, l’ha subita come in casa un primatista non dovrebbe, ma ha rispettato la qualità dell’avversario, l’ha aspettata e ha chiuso la partita senza farla tirare una volta. L’Inter si adatta ai suoi limiti, non crede al diritto di vincere come spesso alla Juve viene automatico. Ora comincia un campionato diverso, più aperto agli altri. Tornano coinvolgimenti, possibilità, ragionamenti vietati da anni. Si ricomincia a pensare di vincere. Da tanto tempo nessuno in Italia ha più giocato per lo scudetto, tutti dicevano di giocare per entrare in Champions. È stato questo pensiero di minoranza a farci diventare nulli in campo internazionale e liquidi in quello nazionale. Ha finito per vincere solo la squadra che davvero diceva di volerlo fare, la Juve. L’Inter ha festeggiato due volte il quarto posto. Per capirne il limite, arrivando quarta, oggi festeggerebbe? La Lazio forse ha infranto questo nuovo archetipo da mercanti endemici. Forse oggi si gioca di nuovo per vincere. È questa nuova fede che rende i finali della Juve così convulsi, così involuti. Perché l’avversario ha uno scopo che va di nuovo oltre la partita, insegue anche quando è inferiore, come ieri per un’ora la Lazio. Da oggi sarà un campionato meno facile per tutti. E questo complicherà di molto il desiderio di costanza della Juve. Perché la costringerà a dimenticarsi del suo passato cercando la misura concreta del presente".

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