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Sconcerti: “Liverpool splendidamente involuto. Real domina da 70 anni, Ancelotti…”

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Intervenuto ai microfoni del Corriere della Sera, Mario Sconcerti ha analizzato così la vittoria del Real Madrid in Champions League

Matteo Pifferi

Intervenuto ai microfoni del Corriere della Sera, Mario Sconcerti ha analizzato così la vittoria del Real Madrid in Champions League:

"È la notte del Real, di Vinicius che decide, di Courtois che difende, ma resta soprattutto la notte di Carlo Ancelotti, l’uomo di tutti i giorni e di tutti i record, oggi quattro Champions, come nessuno. E anche di suo figlio Davide che gli sta accanto in panchina, tante volte accusato di essere un privilegiato di famiglia, ma che ormai è anche lui da tempo un vero uomo di calcio. Il lungo ritardo ha fatto per molti momenti ripensare a un’altra partita del Liverpool, un’altra finale di Coppa Campioni, quella dell’Heysel con la Juventus a Bruxelles. Anche lì rimase tutto sospeso per lo stesso tempo in balia della furia senza capire cosa stesse davvero accadendo. Era 37 anni fa ma sembra ancora ieri. Le somiglianze erano impressionanti, come la paura. Il primo tempo è stato lento, ma non noioso. Il Liverpool ha avuto tre-quattro occasioni chiare, non travolgenti. È mancata sempre la velocità. Quello che colpiva era la qualità tecnica delle squadre anche sul banale. Per avere un palleggio continuo, esatto come questo, con l’avversario sempre addosso, bisogna saper controllare il pallone in modo magistrale. Per Liverpool e Real questo è pane. È la bellezza del semplice che pochi sanno avere. Anche se spesso capita di rimpiangere il vecchio gioco verticale, l’astuzia di un contropiede. Ma non ci sono stati dribbling, pochissima profondità. Un calcio vero, anche se molto orientato, controllato".

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"Come in tutte le grandi finali, l’importanza del risultato ha limitato le intraprendenze. Il gol di Vinicius a inizio ripresa, molto bello per come parte da Carvajal ed è portato all’assist da Valverde, rompe la partita e spezza in due il gioco. Diventa una diversa partita all’italiana, con quattro attaccanti del Liverpool e il Real che non dimentica il palleggio ma si chiude come fosse un avversario qualunque. È qui che il Liverpool dimostra di aver sbagliato partita, forse stagione, sia pure ai suoi livelli. Troppo tempo a giocare a scacchi, tocchi prestigiosi, ma velocità solo quando era già sotto. Ha perso Klopp la sua rabbia contadina, ha messo bellezza nel vecchio bisogno di essere essenziale. Grande squadra, ma splendidamente involuta. Il Real domina da oltre 70 anni, come abbia resistito al tempo e al Liverpool stasera, è un destino unico, ma resta il filo rosso del grande calcio, la continuità dell’intelligenza. Con il suo angolo d’Italia stretto al petto".

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