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Sconcerti: “Serie A, serve l’Europa. Da Lukaku a Petriccione, impossibile stesso taglio”

Il giornalista ha parlato al Corriere della Sera del possibile taglio degli stipendi per i calciatori di Serie A

Andrea Della Sala

Del taglio degli stipendi per i calciatori di Serie A ha parlato, al Corriere della Sera, il giornalista Mario Sconcerti:

"La nuova povertà del calcio e le conseguenze sul mercato non sono un problema che possa risolvere l’Italia da sola. Conta pochissimo che Federcalcio, Lega e Associazione calciatori si riuniscano. Nessuno di loro rappresenta davvero i calciatori, cioè quelli che devono accettare il taglio. Quindi non esiste tavolo. Esistono società che stanno perdendo oltre 700 milioni di euro per l’inattività e hanno fretta di intervenire. Ma non sono aziende che danno lavoro con contratti a tempo indeterminato. Il loro legame con i calciatori è a tempo. Non hanno potere di intervento su cose che sono nel contratto. In serie A ci sono circa 500 professionisti, i loro ingaggi passano dai 100 mila euro dei giovani e degli scarsi ai 31 milioni a stagione di Cristiano Ronaldo.

Ognuno è garantito da contratti personali diversi l’uno dall’altro. Non sono lavoratori dipendenti, sono professionisti autonomi che in pratica prestano un servizio. È possibile accettino di rivedere la posizione con il club perché anche loro capiscono che è in ginocchio il lavoro, hanno fretta di riavere certezze. Un club può essere costretto a interrompere i pagamenti da un giorno all’altro. Fino a ora i giocatori sono stati garantiti dalla liberatoria di fine anno in cui confermano di essere stati pagati, pena la non iscrizione al campionato della società insolvente. Ma questa sì che è una deroga interna su cui basta mettersi d’accordo fra Lega e Federcalcio. Potrebbe cioè venire meno la «necessità» dei club di pagare il calciatore per questo fine stagione eccezionale.

E lì si entrerebbe in un far west . Non c’è dubbio quindi che anche i calciatori abbiano voglia di essere responsabili nella trattativa. Ma così com’è non c’è una trattativa possibile. Il popolo dei calciatori è vasto e complesso. Difficile chiedere lo stesso taglio per tutti, da Lukaku a Petriccione. Ma anche a Ronaldo e Bonucci. Un’idea potrebbe essere quella di fare tagli per zone d’ingaggio, una specie di scala fiscale. Più basso è l’ingaggio, meno forte è il taglio. Più in alto si va e più si interviene. Ma temo ci vorrebbe l’esercito".

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