Dopo appena due giorni dagli ormai famosi avvenimenti legati a Juventus-Napoli, partita mai giocata, si è bucata anche la bolla bianconera e almeno quattro giocatori del club di Torino rischiano di essere segnalati all’autorità giudiziaria per la violazione dell’isolamento fiduciario. Buona parte della squadra bianconera si trova ancora al J Hotel in isolamento fiduciario. Lunedì in 7 però hanno lasciato l'albergo, 4 di loro per recarsi all'estero (Dybala, Danilo, Bentancur e Cuadrado). Cristiano Ronaldo, invece, si è aggregato al Portogallo ieri.
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Scoppia la bolla della Juve: “Imbarazzo dopo il discorso di Agnelli, animate discussioni per…”
Il punto di Repubblica sui giocatori bianconeri che hanno violato l'isolamento fiduciario
Repubblica riporta la posizione della società bianconera: "La Juve ha fatto sapere che non è un suo problema: ha autorizzato 7 giocatori, tra cui Buffon e Demiral, a trasferire la sede della quarantena al proprio domicilio, non a interrompere l’isolamento. «Dopo che hanno lasciato il ritiro, non erano più sotto la nostra responsabilità ». Il club ha subito informato degli spostamenti l’Asl Città di Torino. «La Juve è stata esemplare», dice Roberto Testi, direttore del dipartimento di prevenzione. «Ora il nostro compito è trasmettere alla Procura i nomi di chi ha interrotto l’isolamento. Forse qualcuno dovrà pagare una multa".
Sono passati solo due giorni dalla battaglia sul rispetto dei protocolli, che ha inficiato lo svolgimento di Juve-Napoli. "L’imbarazzo a Torino è notevole, dopo il discorso di Agnelli sulla fedeltà bianconera ai protocolli. Ci sono state animate discussioni per trattenere giocatori che però hanno preferito fare di testa propria, al contrario di altri — gli azzurri Bonucci e Chiellini, l’azzurrino Frabotta, il francese Rabiot, il polacco Szczesny o il gallese Ramsey — che sono rimasti nella bolla: la lasceranno tra oggi e domani, se anche l’ultimo tampone sarà negativo. Non è chiaro se le federazioni straniere implicate abbiano richiesto permessi speciali all’Asl. «A me nessuno ha riferito nulla», ha detto il direttore Carlo Picco".
(Repubblica)
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