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Serena: “Con Lukaku e Lautaro la Juve è più vicina. Conte ha scelto Romelu perché…”

L'ex bomber nerazzurro ha parlato della coppia gol dell'Inter che continua a segnare e l'ha paragonata a lui e Ramon Diaz

Andrea Della Sala

L'Inter vola anche grazie alla coppia d’oro Lukaku e Lautaro: 22 gol in 18 gare, undici reti a testa. Roba da fare invidia alle grandi coppie del passato nerazzurro, sulle orme di Aldo Serena e Ramon Diaz, protagonisti dello scudetto del 1988-89, che chiusero con 43 reti, 34 soltanto in Serie A. «E questa coppia ricorda molto me e Ramon, soprattutto per il modo in cui si cercano e gioiscono dei gol dell’altro», sottolinea Aldo Serena a La Gazzetta dello Sport:

Sacrificio, intensità e bene comune. I comandamenti di Conte si vedono bene anche in campo.

«Credo che Antonio abbia scelto in estate Lukaku proprio perché il belga ragiona come lui, mettendo sempre il noi davanti all’io. È un tipo altruista e generoso, che con il suo modo di lavorare ha saputo essere subito un esempio per il resto del gruppo. E di questo ne ha beneficiato anche Lautaro».

Quindi il paragone con lei e Diaz può reggere?

«Noi eravamo molto diversi per caratteristiche, però avevamo una sinergia incredibile: non importava chi segnava e servire l’assist all’altro ci rendeva felici come quando segnavamo. E questo feeling si vede tantissimo anche in Lukaku e Martinez, che è cresciuto accanto al belga: si cercano, si passano la palla, esultano insieme senza invidia. Un atteggiamento emotivo importante che al giorno d’oggi non è facile da vedere».

Anche l’alternanza sui calci di rigore sembra anomala.

«Esatto, è l’ennesima dimostrazione di un affiatamento unico per il calcio moderno, dove fare tanti gol significa anche avere dei riconoscimenti economici maggiori. Ma a loro due non sembra interessare: nessuno vuole prevaricare sull’altro ma insieme vogliono portare in alto l’Inter».

Lei in chi si rivede maggiormente?

«Probabilmente in Lukaku, ma non avevo questa sua strapotenza fisica che lo rende micidiale negli spazi. Poi tatticamente siamo diversi: il belga ama girare anche lontano dall’area di rigore dove può sfruttare i suoi strappi potenti».

Altra analogia col passato: l’Inter prese Madjer come sua spalla ma non passò le visite mediche e arrivò Diaz. Qui Sanchez sembrava dover far coppia con Lukaku, poi gli infortuni hanno dato strada libera a Lautaro.

«Ci fosse stata un’alternanza forse l’argentino avrebbe avuto più pressione. Però Lautaro è stato bravo a non sedersi e a sfruttare l’assenza di un’altra punta per dare qualcosa in più. È giovane, segna tantissimo e ha margini di miglioramento enormi».

E Lukaku se lo aspettava così determinante?

«Sì, ma mi ha sorpreso l’umiltà: ha voglia di crescere e di aiutare la squadra a migliorarsi sempre. È un leader, lo vedi dall’atteggiamento che ha con tutti: anche quando è stato sostituito non ha mai avuto atteggiamenti da primadonna. Magari rispetto ad altri ha commesso qualche errore sotto porta, ma fa un lavoro straordinario: con una coppia così la Juve è più vicina e la lotta scudetto più viva che mai».

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