Andrea Stramaccioni, ex allenatore dell'Inter, è stato ospite a Radio Dee Jay nel programma condotto da Caressa e Zazzaroni 'Football Club'. Questo il botta e risposta con il mister: «Questa sentenza in primo grado della FIFA ci ha dato ragione su tutto. Nonostante stesse andando molto bene, la società non ha gestito la situazione nel migliore dei modi e siamo arrivati alla rescissione. Sarebbe stato bello proseguire il lavoro. Poi c'è stato anche il covid19».
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Stramaccioni: “Inter tra le più grandi e più complicate: tanti tecnici hanno faticato. Conte…”
L'ex allenatore nerazzurro ha parlato su Radio Dee Jay
-Dopo questa esperienza dove ti vedi, in Europa o in Italia?
Lo capirò più avanti se è stato un bene o nel male, ma mi si è aperto un mercato che non avrei mai immaginato. Internazionale. L'Italia resta una priorità. In questo momento storico non è facile neanche chiudere la valigia, lasciare la famiglia a casa e partire. Vedremo cosa succederà.
-Quando Moratti ti diede le chiavi dell'Inter non eri pronto o eri già pronto comunque?
Sono cresciuto tanto. L'Inter è una delle società più grandi e più complicate del mondo. Anche altri allenatori più bravi di me hanno trovato difficoltà. Sono orgoglioso di aver dato il mio contributo all'Inter. Ma agli allenatori non chiedono se sono pronti, se ci sono delle sfide devi portarle avanti. Io venivo dal settore giovanile e non avevo mai giocato in Serie A. Mi fa ridere il paragone con Pirlo lui è stato campione del mondo. Ora sono cresciuto. La Serie A? Il campionato italiano fa grande scuola. Anche le squadre meno attrezzate, se non prepari le gare al meglio, ti fanno faticare. A livello tattico la Serie A è molto particolare. Conte ha portato la difesa a tre in Inghilterra, prima non ne sapevano nulla. Ora giocano a tre. Se accetti l'uno contro uno dietro hai un uomo in più davanti, i difensori sono preparati fisicamente per accettare l'uno contro uno.
-Cosa ne pensi dell'allenatore del Southampton che è scoppiato in lacrime per la partita vinta contro il Liverpool?
L'allenatore deve essere un leader, un condottiero e spesso gestisce dei giocatori affermati. Ma posso capire cosa ha provato quel tecnico. Ha scaricato la tensione, ma credo che abbia ragione Caressa quando parla della troppa platealità del gesto.
(Fonte: Radio Dee Jay)
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