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Tagliavento: “Ero uno dei grandissimi scettici del Var. Rigore Roma? Ci sono paletti e…”

L'ex arbitro Tagliavento ha parlato del Var e dell'episodio in Roma-Inter

Andrea Della Sala

L'ex arbitro Paolo Tagliavento è ora dirigente della Ternana. Intervistato da La Repubblica, ha parlato del Var e anche dell'episodio contestato dalla Roma nella gara contro l'Inter:

Come si spiega l’errore di Rocchi e Fabbri?

«Ho visto l’episodio sul telefonino, quindi molto male. Ma non è così facile vedere qualcosa dal monitor: ci sono paletti del protocollo, e applicarli guardando un’immagine televisiva non è automatico. Tutti noi abbiamo arbitrato per una vita in campo, mentre è poco che ci si è abituati a decidere dalla tv».

Ovviamente le accuse abbondano.

«L’arbitro di Serie A ha un solo desiderio: non sbagliare, soprattutto nelle situazioni che possono alterare il risultato. Avere la soluzione con un mezzo elettronico è manna dal cielo».

E lei che rapporto ha avuto con la tecnologia?

«Io ero uno dei grandissimi scettici del Var: è arrivato nel mio ultimo anno, ho arbitrato senza per 14 anni andando sempre abbastanza bene. Era uno stravolgimento. Ma dopo 45 minuti della prima partita ne ho capito le potenzialità. Sento però molti giudizi di gente che dietro quel monitor non ci è stata mai».

Secondo lei è possibile che qualche arbitro abbia sviluppato una forma di resistenza?

«Più che altro all’inizio c’era qualche dubbio, legittimo: sui tempi d’attesa, ad esempio».

E gli arbitri italiani dobbiamo sempre considerarli i migliori?

«Ho fatto l’ultima partita a maggio, Roma-Juve. Poi dopo 5 mesi in cui ho seguito solo la Lega Pro sono andato a vedere Roma-Real allo stadio. Guardando quei ritmi, mi sono spaventato: io mi trovavo a decidere a quella velocità? Chi arbitra in Serie A, credetemi, è un fuoriclasse a prescindere».

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