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Tognazzi: “La serie ripercorre il lato privato di Totti. Inutile parlare con Spalletti”

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Intervenuto a Radio Radio, l'attore Tognazzi ha parlato della Serie Tv 'Speravo de morì prima' e del suo personaggio, Luciano Spalletti

Andrea Della Sala

Intervenuto a Radio Radio, l'attore Gianmarco Tognazzi ha parlato della Serie Tv 'Speravo de morì prima' e del suo personaggio, Luciano Spalletti:

Sul ruolo di Spalletti e la serie.

"A me non sta antipatico, capisco che possa esserlo ai tifosi della Roma. I fatti parlano: la serie non è quello e basta, è tanto di più. Per me il gesto di Totti è stato di grande generosità, ha raccontato il suo punto di vista. Ha avallato in toto di essere interpretato da Castellitto, la serie è una serie pop e anche commedia. Non è una serie giornalistica che ripercorre i passaggi giornalistici ma il lato privato di Totti. Non mi piace la presunzione di sapere più dei diretti interessati, oppure chi dice “avete rovinato l’immagine di Francesco”. A Totti piace come è stato fatto, tutto il resto conta zero per me. L’opinione più importante è la sua, tutto il resto non mi interessa".

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È risultato antipatico, vuol dire che ha centrato il personaggio.

"Non sono d’accordo. L’antipatia è soggettiva, ma è una questione di atteggiamento. Su cosa ho lavorato, non conoscendo Spalletti e non standomi antipatico? Il punto di vista era unilaterale, a me è stato attribuito il ruolo dell’antagonista. Ma è il punto di vista dell’altro protagonista, non è una realtà totale. Dal punto di vista di Spalletti avremmo raccontato le cose in maniera diversa. Ho eseguito la linea editoriale. Se il punto di vista è di Totti e Spalletti mi dà un punto di vista diversa, io come attore entro in crisi perché non so cosa rappresentare. E io non ho la libertà di poterlo fare. Sarebbe stato inutile parlare con Spalletti e mi avrebbe complicato la vita. Sono simpatizzante romanista, ho amici ed ex fidanzate, ho pianto all’addio di Totti al calcio, ma sono tifoso del Milan di curva. Non mi sono avvicinato emotivamente coinvolto, non ho vissuto lo scontro tra i due in maniera diretta. Ho visto la storia che veniva raccontata e ho cercato di mettere in Spalletti un filo conduttore che era un disagio di tornare in una piazza difficile. Di dover affrontare un gruppo e una società nuovi rispetto a prima, di trovarmi con un rapporto che si era chiuso in maniera controversa o non del tutto chiara, dovendo riprendere il rapporto con un giocatore con 5-6 anni in più. Questo ho fatto, senza entrare nel merito di chi avesse ragione e chi torto".

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