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Trapattoni: “Inter e Milan di nuovo protagoniste. Icardi può essere l’uomo derby”

L'ex tecnico nerazzurro ed ex calciatore rossonero parla della tracittadina di questa sera

Fabio Alampi

Giovanni Trapattoni è uno che di derby di Milano se ne intende: calciatore e allenatore del Milan, allenatore dell'Inter, un totale di 33 stracittadine. Intervistato dal settimanale de La Gazzetta dello Sport "Fuorigioco", il Trap ha parlato così del big match di questa sera.

Trapattoni, lei ha vissuto 33 derby nella sua carriera di giocatore e allenatore, 12 vinti e 10 persi: è la madre di tutte le partite?

"Sono d’accordo con Spalletti quando dice a Nainggolan che le due gare con il Milan valgono un campionato a parte. Questo per il peso della storia unito a un clima di tensione e aspettative che divide per giorni un’intera città".

Dà più fastidio perdere un derby o dà più soddisfazione vincerlo?

"È più pesante perderlo. Perdere una partita è già di per sé fastidioso, ma il peso si moltiplica perché perdi con l’arcirivale alla quale contendi, ormai da più di un secolo, il primato cittadino".

Qual è il derby che ricorda con più piacere?

"Ne dico due, uno da giocatore e l’altro da allenatore. Il primo il 24 febbraio 1963, finito 1-1. Mazzola segnò dopo soli 13 secondi, poi Rocco mi mise a marcarlo a uomo e feci il mio dovere. Quell’anno è stato il migliore della mia carriera di calciatore: a maggio marcai Pelé in Nazionale ed Eusebio nella Coppa dei Campioni, vinta battendo 2-1 il Benfica".

E il secondo?

"Quello dell’11 dicembre 1988, da allenatore dell’Inter: 1-0 con gol di Serena nella stagione dello scudetto dei record".

Facciamo ancora un passo indietro: 28 marzo 1965, Inter batte Milan 5-2. È stato il k.o. più bruciante?

"Sì, con il 4-0 di due anni dopo".

Sacchi batte Trap 4-3 nei derby in panchina: quanto incidevano i tecnici allora? Più o meno di adesso?

"Sacchi con il Milan ha contribuito tantissimo allo sviluppo del calcio, non soltanto italiano, ma anche europeo e mondiale. Al giorno d’oggi tutte le stretegie sono ormai conosciute e sviscerate, dunque i risultati dipendono molto di più dalle qualità e dalle prestazioni dei calciatori".

Il suo uomo-derby è stato Serena: non soltanto nel 1988-89, ma anche la stagione successiva con una doppietta. Per Spalletti potrebbe esserlo Icardi?

"È uno dei più indicati, non soltanto per la sua oggettiva bravura, ma soprattutto per il fiuto del gol. Perché, alla fine, nel calcio è sempre il gol che fa la differenza".

Gattuso, invece, con quali qualità lo potrà vincere?

"Con l’esperienza e la grinta. Dovrà essere bravo a trasmettere ai giocatori lo spirito dei derby affrontati durante la sua carriera".

Ai suoi tempi il derby di Milano era giocato da due squadre quasi sempre protagoniste. Negli ultimi anni è stato invece un derby più “povero”. Come mai?

"Perché sono emerse squadre come Napoli, Roma, Lazio, e c’è stato un dominio molto marcato della Juve. Ma oggi Inter e Milan mi sembrano tornate ad alti livelli, quindi il derby di stasera è tra squadre di nuovo protagoniste".

(l'intervista completa sull'edizione odierna di "Fuorigioco")

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